vangelo del giorno

Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio

12 MARZO (Gv 5,1-16)

Nell’Antico Testamento unico caso di guarigione per immersione nell’acqua del fiume Giordano è quella di Naaman il Siro. Questa però avvenne per la parola di Eliseo. Non è l’acqua che è rivestita di qualità terapeutiche, bensì l’obbedienza alla parola del profeta del Dio vivente. Per Naaman è stata un prova di vera fede.

Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re d’Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti? Quell’uomo venga da me e saprà che c’è un profeta in Israele». Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato». Naamàn si sdegnò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: “Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra”. Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato. Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l’avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: “Bàgnati e sarai purificato”». Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato. (2Re 5,8-14).

L’acqua della piscina di Betzatà neanch’essa ha virtù terapeute. Secondo un’antica credenza si pensava che un angelo venisse dal cielo ad agitare l’acqua. Il primo che scendeva in essa, dopo l’agitazione dell’angelo, veniva guarito. Il paralitico non può muoversi. Ha bisogno di un aiuto. Nessuno glielo offre. Ognuno pensa al suo male e alla sua guarigione. Gesù vede quest’uomo e ne ha compassione. Lo guarisce non conducendolo nell’acqua, ma solo ordinandogli di alzarsi, prendere la sua barella e camminare. Non appena l’ordine è stato impartito, subito il paralitico si alza e inizia a camminare, portando con sé la sua barella. Era però un sabato quel giorno.

Dopo questi fatti, ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. 

Letto in chiave allegorica, il Vangelo di oggi ci insegna una grandissima verità. L’uomo non pensa all’altro uomo. Non ne ha le capacità per natura. Un paralitico non può soccorrere un altro paralitico e un povero cosa potrà mai donare ad un altro povero? Non è però solo per motivi di volontà. Si tratta di vera impossibilità di natura, di essenza. L’uomo è sostanza povera, misera, incapace. Giace dinanzi alla piscina e li vi rimane per molti anni. Questa è la condizione della nostra natura umana.

Perché noi possiamo fare il bene, sempre, verso tutti, è necessaria la trasformazione, la guarigione, il risanamento di natura. Quest’opera è solo di Cristo Gesù e del suo Santo Spirito. Se Cristo non passa accanto a noi e non ci guarisce, se lo Spirito di Dio non entra nel nostro cuore e non lo cambia, nessuno di noi potrà fare il vero bene. Abbiamo il desiderio di farlo, ma non la capacità. Cristo oggi deve essere portato, veicolato. Chi deve veicolarlo è il cristiano. È lui oggi il solo vero portatore di Cristo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, trasformateci nella natura.