Ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua – Senza che i genitori se ne accorgessero
25 Maggio
Ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua
Secondo la Legge di Mosè vigeva l’obbligo per ogni uomo – le donne non erano obbligate – di presentarsi dinanzi al Signore, cioè nel luogo dove veniva eretto il suo Santuario, nel quale era conservata l’Arca dell’Alleanza. Al tempo di Gesù, tutto si svolgeva nel tempio di Gerusalemme. A dodici anni iniziava l’obbligo e anche Gesù vi si recò insieme con Giuseppe e Maria: “I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua”. Maria e Giuseppe anche questa prescrizione della Legge osservavano con scrupolosa puntualità. Essi si recavano ogni anno a trovare il loro Dio e Signore. Lui abitava in Gerusalemme e gli facevano visita. Eppure la vera presenza di Dio era nella loro casa in Nazaret. In Gesù abitava corporalmente il Signore.
Voglio infatti che sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi, per quelli di Laodicèa e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, perché i loro cuori vengano consolati. E così, intimamente uniti nell’amore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. Dico questo perché nessuno vi inganni con argomenti seducenti: infatti, anche se sono lontano con il corpo, sono però tra voi con lo spirito e gioisco vedendo la vostra condotta ordinata e la saldezza della vostra fede in Cristo. Come dunque avete accolto Cristo Gesù, il Signore, in lui camminate, radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, sovrabbondando nel rendimento di grazie. Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo (Col 2,1-15).
È sublime quanto avviene in Gesù. Poiché Dio è vero uomo, come vero uomo, anche Lui è obbligato alla Legge del Padre. Ma anche come vero Dio Lui è sempre dalla volontà del Padre. Nulla è in Cristo che non sia dalla volontà del Padre per la volontà del Padre.
Tre volte all’anno farai festa in mio onore. Osserverai la festa degli Azzimi: per sette giorni mangerai azzimi, come ti ho ordinato, nella ricorrenza del mese di Abìb, perché in esso sei uscito dall’Egitto. Non si dovrà comparire davanti a me a mani vuote. Osserverai la festa della mietitura, cioè dei primi frutti dei tuoi lavori di semina nei campi, e poi, al termine dell’anno, la festa del raccolto, quando raccoglierai il frutto dei tuoi lavori nei campi. Tre volte all’anno ogni tuo maschio comparirà alla presenza del Signore Dio (Es 23,14-17). Celebrerai anche la festa delle Settimane, la festa cioè delle primizie della mietitura del frumento, e la festa del raccolto al volgere dell’anno. Tre volte all’anno ogni tuo maschio compaia alla presenza del Signore Dio, Dio d’Israele. Perché io scaccerò le nazioni davanti a te e allargherò i tuoi confini; così quando tu, tre volte all’anno, salirai per comparire alla presenza del Signore tuo Dio, nessuno potrà desiderare di invadere la tua terra (Es 34,22-24). Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che egli avrà scelto: nella festa degli Azzimi, nella festa delle Settimane e nella festa delle Capanne. Nessuno si presenterà davanti al Signore a mani vuote, ma il dono di ciascuno sarà in misura della benedizione che il Signore, tuo Dio, ti avrà dato (Dt 16,16-18).
Questa è la grande verità da mettere nel cuore: Dio è sempre da Dio, osserva la Legge di Dio, cammina nella volontà di Dio nel cielo e sulla terra. Le legge di Dio non si discute, si ama, si osserva, si vive, perché la vita è dalla volontà di Dio. Ora se Dio vive dalla legge di Dio, vi potrà essere sulla terra un solo uomo che possa vivere senza la legge del suo Dio e Signore?
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci sempre dalla volontà di Dio.
Senza che i genitori se ne accorgessero
Tutto quello che avviene nella vita di Gesù è per noi legge, verità, sapienza, perennemente da vivere, osservare, praticare: “Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero”. È come se Maria e Giuseppe fossero presi da un “torpore” sovrumano. Lo stesso torpore che colpì Adamo al momento della creazione della donna, quello che colpì Abramo al momento della stipula della prima alleanza, l’altro che colpì Saul quando Davide si accostò a lui per prendere la brocca dell’acqua che era stata posta al suo capezzale, nel campo, in mezzo ai suoi soldati.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta» (Gen 2,21-23). Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono. Allora il Signore disse ad Abram: «Sappi che i tuoi discendenti saranno forestieri in una terra non loro; saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni. Ma la nazione che essi avranno servito, la giudicherò io: dopo, essi usciranno con grandi ricchezze. Quanto a te, andrai in pace presso i tuoi padri; sarai sepolto dopo una vecchiaia felice. Alla quarta generazione torneranno qui, perché l’iniquità degli Amorrei non ha ancora raggiunto il colmo» (Gen 15,12-16).
Allora Davide si alzò e venne al luogo dove si era accampato Saul. Davide notò il posto dove dormivano Saul e Abner, figlio di Ner, capo dell’esercito di lui: Saul dormiva tra i carriaggi e la truppa era accampata all’intorno. Davide si rivolse ad Achimèlec, l’Ittita, e ad Abisài, figlio di Seruià, fratello di Ioab, dicendo: «Chi vuol scendere con me da Saul nell’accampamento?». Rispose Abisài: «Scenderò io con te». Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte, ed ecco Saul dormiva profondamente tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra presso il suo capo, mentre Abner con la truppa dormiva all’intorno. Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l’inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». Ma Davide disse ad Abisài: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?». Davide soggiunse: «Per la vita del Signore, solo il Signore lo colpirà o perché arriverà il suo giorno e morirà o perché scenderà in battaglia e sarà tolto di mezzo. Il Signore mi guardi dallo stendere la mano sul consacrato del Signore! Ora prendi la lancia che sta presso il suo capo e la brocca dell’acqua e andiamocene». Così Davide portò via la lancia e la brocca dell’acqua che era presso il capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore (2Sam 26,5-12).
Sappiamo che Maria è Vergine e Madre prudentissima, Giuseppe è custode accorto e solerte. Tutto hanno programmato per il viaggio di ritorno. Niente è stato lasciato al caso, all’improvvisazione. Succede però qualcosa di inatteso. Senza essere stati avvisati, Gesù rimane in Gerusalemme, nel tempio, nella sua casa per volontà del Padre suo. Il Signore, attraverso questo comando, vuole essere insegnamento forte ad ogni genitore. Essi non sono i proprietari dei loro figli. Sono i custodi. Signore dei figli e della loro vita è Dio, solo Lui. Quando un figlio sa che la sua vita deve essere dall’obbedienza al Padre celeste, obbedienza deve essere, anche se questa dovesse procurare un grande dolore a quanti sono custodi della loro vita. Oggi Gesù rivela ad ogni giovane che dinanzi alla sofferenza di un padre e di una madre, sempre si deve obbedire a Dio. Dio è il Signore. A Lui è dovuta ogni obbedienza immediata.
Gesù questa verità la farà divenire Vangelo diretto: “Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me”. Gesù va amato come Signore, Dio, Redentore, Salvatore. I Genitori vanno amati sempre secondo la volontà di Dio. L’amore è sempre obbedienza, come obbedienza è la carità, la giustizia, la misericordia, ogni altra cosa che l’uomo compie. Gesù domani dovrà lasciarsi crocifiggere. Non può pensare al dolore della Madre. Lui deve essere crocifisso.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera obbedienza.