Padre, sia santificato il tuo nome

Una delle opere di misericordia spirituale è quella che ci chiede di pregare il Padre celeste per i vivi e per i morti. Per gli uni e per gli altri si deve chiedere la luce eterna, la salvezza eterna, la gioia senza fine nel Cielo di Dio, nel suo paradiso. È giusto che si dica una parola chiara su questa opera di misericordia. La verità rivelata sempre deve guidare la nostra preghiera perché sia secondo il cuore del Padre, nella Parola di Cristo Gesù, nella sapienza e intelligenza dello Spirito del Signore. Una preghiera stolta, insipiente, falsa mai potrà essere ascoltata.

È verità. Per i dannati non c’è preghiera. Muore un padre, una madre, un fratello, una sorella, un figlio, una figlia, un amico, un’amica, qualsiasi altra persona. Per dovere di giustizia, riconoscenza, familiarità ci rechiamo al suo funerale. Se è stato trovato ingiusto dal Signore e non accolto nel suo regno, lui è precipitato nel baratro dell’inferno. Per costui non c’è preghiera, non c’è Messa, non ci sono elemosine che lo salveranno. Con i dannati non c’è comunione. Possiamo anche pregare per essi. Il Signore darà i frutti ad altri. Nulla è più possibile per essi. Questo stesso principio di fede va applicato per coloro che peccano contro lo Spirito Santo. Anche per costoro non vi è più salvezza. Non vi è con essi alcuna comunione di preghiera.

Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro (Mt 12,31-32). Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita: a coloro, cioè, il cui peccato non conduce alla morte. C’è infatti un peccato che conduce alla morte; non dico di pregare riguardo a questo peccato. Ogni iniquità è peccato, ma c’è il peccato che non conduce alla morte (1Gv 5,16-17).

Si prega per i morti, ma prima ancora si deve pregare per i vivi. Non solo si deve pregare, ma anche illuminarli, perché non perseverino nel peccato confidando nella misericordia di Dio. Essa ha un limite, perché il peccato ha un limite che non può essere oltrepassato. Oltrepassare il limite è porsi fuori della misericordia, del perdono. Il Siracide così ammonisce il peccatore.

Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?», perché il Signore è paziente. Non essere troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. Non dire: «La sua compassione è grande; mi perdonerà i molti peccati», perché presso di lui c’è misericordia e ira, e il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato (Sir 5,1-8).

La preghiera per la conversione dei peccatori, deve essere sempre correlata con l’altra grande opera di misericordia spirituale: ammonire i peccatori sul pericolo della loro perdizione eterna. Ma oggi questo sembra essere divenuto impossibile. Tutti si sono trasformati in predicatori di una misericordia di Dio infinita, illimitata, dall’inferno vuoto, dal peccato sempre perdonato. O iniziamo a parlare dal cuore e dalla bocca di Cristo Gesù, nella più grande luce dello Spirito Santo, oppure diveniamo tutti operatori di falsa misericordia. Preghiamo per i dannati una preghiera inutile per essi. Diciamo a tutti che saranno domani accolti nel regno eterno di Dio. Falsa predicazione e falso insegnamento. Annuncio di menzognera e bugiarda misericordia.

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!» (Lc 11,1-13).

O parliamo dalla verità di Cristo, secondo intelligenza e sapienza dello Spirito Santo, oppure siamo falsi profeti, falsi annunciatori di preghiera, falsi oranti, falsi fratelli, falsi amici, falsi cristiani, falsi operatori di misericordia, falsi testimoni, perché traditori del Vangelo di Cristo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci operatori della vera misericordia.