Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello?

La correzione di chi nella comunità vive nella trasgressione della Parola di Gesù è essenziale. Senza correzione, o addirittura giustificando la trasgressione e dichiarandola un bene, la comunità tutta si fermenta di un lievito di immoralità che la distrugge in poco tempo. Ma qual è la via migliore, la più efficace perché la correzione possa produrre un frutto di bene? Ma vi è una via che sia efficace sempre, oppure di volta in volta si deve chiedere allo Spirito Santo che la suggerisca al nostro cuore, indicandoci anche le modalità concrete per un nostro intervento che possa produrre veri frutti di santità, nella conversione e nell’adesione alla Parola del Vangelo? Una via sicura c’è ed è quella di Gesù, che è via molteplice. Esaminando questa via molteplice di Cristo Signore, anche noi possiamo conoscere come agire nella nostra storia.

Santità di parola. Gesù corregge con la santità della sua Parola, del suo insegnamento, della sua dottrina. È questa la prima via, la via essenziale, primaria. Se la Parola, l’insegnamento, la dottrina è falsa, anche la correzione sarà falsa. Una parola falsa mai potrà produrre frutti di verità, giustizia, conversione, adesione al Vangelo. Oggi questa via è seriamente compromessa. Nella Chiesa vi è una perenne sostituzione della Parola del Signore con pensieri, idee, teorie, dottrine che sono degli uomini. O i figli della Chiesa insegnano dalla Parola del Vangelo, o il loro ammaestramento è vano, vuoto, inefficace, sterile. Ma se l’insegnamento è vano, subito la comunità cade in ogni idolatria e immoralità.

Santità di esemplarità. Alla santità dell’insegnamento deve corrispondere la santità di una perfetta, perenne, costante esemplarità. Chi ascolta “il Dottore, il Professore, il Maestro, il Predicatore, il Catechista, il Correttore, l’Insegnante”, deve vedere la Parola di Gesù da lui insegnata, trasformata in sua vita. Gesù ha trasformato in sua vita, sua storia, sua relazione con i fratelli, suo comportamento ogni Parola del Padre suo. La Parola detta in Gesù era Parola vista nella sua carne, nel suo corpo, nella sua vita. Incontrando Cristo sempre si riceveva questo duplice insegnamento. Si veniva ammaestrati attraverso l’udito e attraverso la vista. L’ammaestramento per la via della vista è più efficace di quello per la via dell’udito.

Santità nei segni. Alla santità dell’insegnamento attraverso la vista Gesù aggiunge un bene reale o spirituale, quasi sempre per il singolo, qualche volta anche per i molti nello stesso tempo e stesse circostanze. È l’insegnamento attraverso i segni, le opere. Segni ed opere sono la Parola insegnata, predicata, detta che produce frutti negli altri. Nell’esemplarità la Parola si è trasformata in un frutto per noi. Nelle opere e nei segni la Parola di Dio diviene un frutto di bene per gli altri. I segni hanno la stessa valenza della Parola creatrice del Signore. Per essa il Signore manifesta tutta la sua onnipotenza. Con i segni e con le opere si manifesta tutta la forza creatrice, rinnovatrice verso gli altri che possiede in sé la Parola del Vangelo.

Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello (Mt 7,1-5).

Santità nella fermezza. Questa santità non riguarda gli altri. Riguarda invece i datori e i predicatori della Parola. Essi mai devono fermarsi nel dono della Parola, mai devono arrendersi, neanche dinanzi a grandi tribolazioni, facendo un passo indietro. Chi retrocede dalla Parola, attesta la sua non fede in essa. Questa attestazione di non fede trascina con sé un terzo “di Angeli”, cioè di credenti in Cristo Signore. Uno che viene meno è un trascinatore nella non fede di molti suoi fratelli di fede. Si è ritirato lui, perché dovrei continuare io? Non crede il presbitero, perché dovrei credere io? Questa non fermezza, che diviene abbandono, è correzione al contrario. È vero invito a lasciare la fede e ritornare ad essere mondo con il mondo.

Santità nelle decisioni e nelle scelte. È questa la vera, efficace correzione del mondo. Quando scelte e decisioni sono prese nella più alta santità, cioè nella più pura obbedienza al Signore, l’insegnamento è sempre efficace. Gesù che prende la ferma decisione di recarsi a Gerusalemme è correzione vitale nei confronti della stoltezza cieca e sorda di Pietro e degli altri suoi Apostoli. La sua perseveranza in questa decisione e scelta della volontà del Padre come sua propria volontà con la susseguente crocifissione, sono l’insegnamento più grande dato da Cristo Gesù sulla nostra terra. Solo la sua Crocifissione vale tutta la Rivelazione contenuta nella Scrittura. È infatti la sua morte in Croce che dona verità a tutta la Scrittura Santa. Tanto vale la nostra fermezza o santità nelle scelte e nelle decisioni. Dalla Croce possiamo togliere la pagliuzza che è nell’occhio del fratello. Dalla Croce si è sempre credibili, perché la correzione è fatta dal più puro amore. È questa la via più efficace: correggere sempre dalla nostra croce.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, rendeteci fermi nelle scelte e decisioni.