vangelo del giorno

Perché non ti accada qualcosa di peggio

17 MARZO (Gv 5,1-16)

Gesù è la perfetta verità dell’uomo. Mai Lui parla secondo le apparenze. Lui parla dalla profondità del cuore di ogni persona. Lui sa cosa produce la potenza di morte del peccato, morte visibile e invisibile, e avvisa quest’uomo da lui guarito perché non pecchi. Peccando potrebbe accadergli qualcosa di peggio. Ma cosa potrebbe essere peggiore di una paralisi invalidante? La paralisi dell’anima e dello spirito.

Oggi l’uomo è affetto da questa paralisi invalidante e anima e spirito, e mente e cuore, e sentimenti e volontà. Tutte le grandi questioni che affliggono la terra potrebbero essere risolte con una decisione semplice, istantanea, senza alcun costo. Eppure le nostre menti sono paralizzate, così come i cuori, i sentimenti, le volontà, i pensieri. La paralisi della mente ha un solo nome: stoltezza, insipienza.

Un tempo anch’io vivevo in questa paralisi della mente e del cuore. Il Signore mi venne a trovare. Mi vide come questo paralitico che cercava di immergersi nella piscina, ma non riusciva. La paralisi spirituale mi privava di ogni energia di vita. Ebbe compassione di me. Prese per mano la mia anima, la rialzò, le ridiede la vita. Poi prese anche il mio spirito e lo guarì. La mia paralisi spirituale finì in un attimo. Poi iniziò un lungo, interminabile periodo di rieducazione, di formazione perché imparassi a pensare come Lui, amare come Lui, servire il Padre celeste come Lui. È ancora un cammino non portato a termine. Ogni giorno Lui con divina saggezza leviga e raffina ciò che ancora è aspro e duro. Sono certo che non si stancherà di avere misericordia e che un giorno riesca a manifestarlo in tutta la sua bellezza di cielo. Anche a me Lui ha chiesto di non peccare per non cadere in una paralisi ancora più grande.

Dopo questi fatti, ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Se nella Chiesa si lavora da paralizzati mentali, spirituali, nell’anima e nel cuore, mai ci potrà essere salvezza per alcuno. Dalla paralisi dell’anima e del cuore, dello spirito e della volontà, non ci sono mezzi umani. Solo uno ci può salvare: Cristo Signore. Ho frequentato grandi Università. Non sono stato guarito dalla mia paralisi mentale. Per sua infinita misericordia Gesù è passato e sono stato guarito. Poi ho saputo che questa guarigione era il frutto di una lunga e intensa preghiera elevata a Cristo Signore da un’anima santa, avvolta da grande sofferenza, chiamata e mandata da Dio nel mondo per guarire con la potenza dello Spirito Santo e l’immensità della compassione di Cristo ogni altra anima desiderosa di essere sanata dalla sua paralisi dell’anima. Come Dio si è servito di Cristo Gesù per guarire molti cuori dalla loro paralisi spirituale, così oggi Cristo Signore si serve di anime da Lui scelte perché vadano nel mondo a portare il conforto ad ogni paralitico che desidera ardentemente riavere l’uso della sua mente e del suo cuore. Senza il desiderio del paralitico, nulla si può fare e l’uomo rimane nel suo stato miserevole di inabile alla verità, alla carità, alla compassione, alla misericordia, alla vera giustizia. Se solo l’uomo volesse! Potrebbe essere liberato.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni paralisi.