vangelo del giorno

Perirete tutti allo stesso modo

24 OTTOBRE (Lc 13,1-9)

La storia ci obbliga a leggere ogni cosa con grande sapienza. Con la stoltezza non si può camminare in essa. L’errore ci consuma, la falsità ci divora, la menzogna ci annega, ci sommerge come uragano distruttore. Quanto avviene in noi e attorno a noi va sempre letto con la più pura verità di Dio, verità che mai dovrà essere statica, ma sempre dinamica. La Scrittura Santa questo ci insegna: che Dio cammina con l’uomo di verità in verità, di sapienza in saggezza, di rivelazione in rivelazione.

Sono false tutte quelle concezioni statiche di Dio, tutti quei pensieri bloccati su di Lui. Tutte quelle letture di Lui che si fondano sulla lettera di uno scritto di secoli ormai trascorsi. La bellezza della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica è la sua santità sempre nuova, aggiornata, mai ripetitiva di gesti e di azioni. È anche il suo pensiero che sempre viene rinnovato dallo Spirito Santo. Fondamentalismi, tradizionalismi, progressismi sono nemici dichiarati di tutte le religioni, e anche della religione cattolica.

Questi radicalismi non rispettano la novità dello Spirito del Signore. Confondono e identificano verità storica con verità in divenire, in crescita. Bloccano o annullano la divina rivelazione. Dio non ha parlato ieri, parla oggi. Non si è manifestato ieri, si manifesta oggi. La Chiesa cattolica vive di questa perenne rivelazione dello Spirito Santo nel suo seno che può essere di ordine vivibile e invisibile, di manifestazione e di ispirazione. Lo Spirito del Signore rende viva, attuale, per oggi, la memoria di Cristo Gesù. Anche la sua morte la rende viva, attuale, presente, di oggi nel sacramento.

A Gesù viene riferito che Pilato ha ucciso dei Galilei. Se li ha uccisi, essi sono colpevoli dinanzi a Dio. Il Signore non li ha custoditi. Io sono stato custodito. Sono giusto dinanzi al Signore. Questa equazione uccisione uguale peccatore, non uccisione uguale giusto, non è dalla sapienza divina. È invece dalla stoltezza umana. È la coscienza che deve attestare la nostra colpevolezza o la nostra innocenza, non la storia. Gli uccisi non sono più colpevoli degli altri. Anzi la morte subita da innocenti dovrebbe spingere tutti a conversione e a penitenza. Se fossi stato io al loro posto, dove sarei ora? Sarei salvo o sarei dannato per sempre? La morte può venire in qualsiasi modo.

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

La storia non insegna nulla, quando si è stolti ed insipienti. Oggi si vede il male, frutto di tanta imprudenza, di azioni sconsiderate, di decisioni non ponderate. Viene la morte. Si pensa che essa sia solo per gli altri. Uno si pone sul ciglio di un altissimo dirupo, non vi mette alcuna attenzione, precipita, si sfracella, muore. Si grida alla libertà calpestata, violata. Nessuno che pensasse che urge agire con più sapienza, accortezza, temperanza, attenzione, somma vigilanza. Nessuno che dica che certe cose non si possono fare. Certe regole vanno osservate. Se queste cose non le comprendiamo, siamo stolti. La stoltezza sempre produce e genera ogni morte. Oggi la nostra società è un albero infruttuoso. Bisogna che ci si prenda cura di esso, altrimenti va tagliato. Chi si deve prendere cura? Tutti. Ognuno deve mettere la sua parte, il suo cuore, la sua buona volontà. L’albero va curato prima che sia troppo tardi. Siamo stati avvisati.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci sapienti nello Spirito.