vangelo del giorno

Portarono il bambino a Gerusalemme 

28 DICEMBRE (Lc 2,22-40)

Una famiglia è tale se nasce dalla fede e nella fede consuma tutti i suoi giorni. Mai un giorno senza adeguare se stessa alla legge della fede. Un giorno senza fede nella famiglia ed è un triste giorno, perché è un giorno di morte spirituale.

La famiglia oggi è in forte crisi. Non solo vive i suoi giorni in assenza di fede, la si vuole costituire addirittura prescindendo dalla sua stessa verità naturale. Si pretende che sia famiglia l’unione di un uomo con un altro uomo, di una donna con un’altra donna. Un uomo non può generare con un altro uomo. Non vi è amore. Neanche una donna può generare con un’altra donna. Non vi è amore. La famiglia è la più alta espressione dell’amore nella creazione di Dio. Quando essa non può fondarsi sull’amore, mai potrà dirsi famiglia. Manca la sostanza, la verità, l’essenza di essa.

Modello di ogni famiglia vera è quella di Maria, Gesù e Giuseppe. Questa famiglia nasce non dalla fede semplicemente, ma da una particolare volontà di Dio manifestata sia a Maria che a Giuseppe. Il loro amore puro, casto, santo, verginale dovrà essere interamente rivolto verso Gesù. Essi lo dovranno nutrire di purissimo amore. Maria lo dovrà anche concepire con il suo amore verginale, per opera dello Spirito Santo.

La famiglia di Nazaret nasce dalla Parola attuale di Dio che la chiama all’esistenza, vive secondo la Parola di Dio, contenuta nella Legge, nei Profeti, nei Salmi. Ogni prescrizione del Signore è da essi puntualmente osservata, messa in pratica. Nulla viene tralasciato della Legge da osservare, neanche uno iota o un apice di essa. In questa famiglia la Parola del Signore regna sovrana. Nulla è fatto senza la Parola, nulla contro la Parola, tutto invece nella piena osservanza di essa.

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: 2luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

È sempre nell’ambito dell’osservanza della Legge, in un ambiente di vera fede che il Signore si manifesta, si rivela, svela il suo disegno di salvezza. Oggi nel tempio di Gerusalemme avvengono cose prodigiose. Ma esse hanno il loro principio nella purezza di fede di Maria e di Giuseppe. Essi oggi si trovano nel tempio, non perché abbiano fatto un voto oppure si siano recati in pellegrinaggio. Sono lì per obbedienza ad una Parola proferita da Dio che essi vivono in pienezza di fede e di amore, di verità e di giustizia, di ascolto e di consacrazione devota alla Legge del loro Signore. Quando una famiglia nasce dalla fede e vive di vera fede, essa è ricchezza per l’umanità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dalla fede per la fede.