vangelo del giorno

Prenda la sua croce e mi segua

21 FEBBRAIO (Mc 8,34-9,1)


Anche per i suoi discepoli Gesù abbina regno di Dio e croce. La croce è il segno di riconoscimento del vero cristiano. È tale chi sa portare la croce, chi ogni giorno va alla scuola del Crocifisso. A questa scuola perenne invita San Pietro tutti i cristiani. 

Allontanate dunque ogni genere di cattiveria e di frode, ipocrisie, gelosie e ogni maldicenza. Come bambini appena nati desiderate avidamente il genuino latte spirituale, grazie al quale voi possiate crescere verso la salvezza, se davvero avete gustato che buono è il Signore. Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima. Tenete una condotta esemplare fra i pagani perché, mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio nel giorno della sua visita. Vivete sottomessi ad ogni umana autorità per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come inviati da lui per punire i malfattori e premiare quelli che fanno il bene. Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti, come uomini liberi, servendovi della libertà non come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re. Domestici, state sottomessi con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli prepotenti. Questa è grazia: subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio; che gloria sarebbe, infatti, sopportare di essere percossi quando si è colpevoli? Ma se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime (Cfr. 1Pt 2,1-25). 

Un giorno senza frequentazione di questa scuola è un giorno senza alcuna vita cristiana. Come Gesù ogni giorno si recava alla scuola del Padre, così ogni suo discepolo deve recarsi alla sua scuola, che è scuola della croce dalla croce. Oggi invece il cristiano frequenta altre scuole, che sono tutte di insegnamento come fuggire la croce, scendere dalla croce, eliminare la croce. Si pensi che l’uomo contemporaneo, stolto ed insipiente, addirittura ha deciso di togliere il Crocifisso dalla sua vista. Neanche vuole vedere il Crocifisso, figuriamo poi a volere la sua Croce.

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».

Molti in verità non sanno neanche cosa sia la croce. È semplice dire cosa è la croce . Essa è il rimanere nella volontà di Dio che ci chiede un amore universale, pieno, totale, verso tutti, sempre, in ogni situazione della nostra vita. Essa è il rinnegamento di noi stessi, l’abbassamento, l’annientamento della nostra superbia, per amare nella più grande umiltà, in ogni storia, dinanzi ad ogni uomo, senza alcuna distinzione. Gesù non amò da una croce spirituale, ideale. Amò da una croce reale, fisica, dal duro legno e dai chiodi arrugginiti che gli trafissero la carne. Amare dalla croce è amare dalla volontà di Dio contro ogni volontà dell’uomo, ogni suo desiderio e pensiero, ogni sua azione, decisione, condanna anche alla morte violenta e disumana.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci ad amare sempre.