vangelo del giorno

Prendete il mio giogo sopra di voi

11 DICEMBRE (Mt 11,28-30)

Dopo che Cristo Gesù ha parlato, nessuno potrà dire che si allontana dal Buon Pastore, perché egli impone sulle spalle del suo gregge un giogo pesante, opprimente. La storia antica può illuminarci perché comprendiamo quanto Gesù oggi ci rivela.

Roboamo andò a Sichem, perché tutto Israele era convenuto a Sichem per proclamarlo re. Quando lo seppe, Geroboamo, figlio di Nebat, che era ancora in Egitto, dove era fuggito per paura del re Salomone, tornò dall’Egitto. Lo mandarono a chiamare e Geroboamo venne con tutta l’assemblea d’Israele e parlarono a Roboamo dicendo: «Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; ora tu alleggerisci la dura servitù di tuo padre e il giogo pesante che egli ci ha imposto, e noi ti serviremo». Rispose loro: «Andate, e tornate da me fra tre giorni». Il popolo se ne andò. Il re Roboamo si consigliò con gli anziani che erano stati al servizio di Salomone, suo padre, durante la sua vita, domandando: «Che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo?». Gli dissero: «Se oggi ti farai servo sottomettendoti a questo popolo, se li ascolterai e se dirai loro parole buone, essi ti saranno servi per sempre». Ma egli trascurò il consiglio che gli anziani gli avevano dato e si consultò con i giovani che erano cresciuti con lui ed erano al suo servizio. Domandò loro: «Voi che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo, che mi ha chiesto di alleggerire il giogo imposto loro da mio padre?». I giovani che erano cresciuti con lui gli dissero: «Per rispondere al popolo che si è rivolto a te dicendo: “Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo, tu alleggeriscilo!”, di’ loro così: “Il mio mignolo è più grosso dei fianchi di mio padre. Ora, mio padre vi caricò di un giogo pesante, io renderò ancora più grave il vostro giogo; mio padre vi castigò con fruste, io vi castigherò con flagelli”». Geroboamo e tutto il popolo si presentarono a Roboamo il terzo giorno, come il re aveva ordinato dicendo: «Tornate da me il terzo giorno». Il re rispose duramente al popolo, respingendo il consiglio che gli anziani gli avevano dato; egli disse loro, secondo il consiglio dei giovani: «Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, io renderò ancora più grave il vostro giogo; mio padre vi castigò con fruste, io vi castigherò con flagelli». Il re non ascoltò il popolo, poiché era disposizione del Signore che si attuasse la parola che il Signore aveva rivolta a Geroboamo, figlio di Nebat, per mezzo di Achia di Silo. Tutto Israele, visto che il re non li ascoltava, diede al re questa risposta: «Che parte abbiamo con Davide? Noi non abbiamo eredità con il figlio di Iesse! Alle tue tende, Israele! Ora pensa alla tua casa, Davide!». Israele se ne andò alle sue tende. Sugli Israeliti che abitavano nelle città di Giuda regnò Roboamo. Il re Roboamo mandò Adoràm, che era sovrintendente al lavoro coatto, ma tutti gli Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Allora il re Roboamo salì in fretta sul carro per fuggire a Gerusalemme. Israele si ribellò alla casa di Davide fino ad oggi (1Re 12,1-19).

Il popolo di Dio si divide per un giogo duro, pesante, per una tassazione eccessiva, necessaria per alimentare la nascente immoralità della corte del re. Sempre l’immoralità ha bisogno di ingenti somme di denaro per potersi alimentare. Immoralità e giogo pesante delle tasse sono una cosa sola. Chi vuole diminuire le tasse, deve eliminare l’immoralità, il mal costume, i vizi della corte e di ogni cortigiano. Oggi è impossibile eliminare l’immoralità, perché la corte si è così ramificata da essere la parte più numerosa del popolo. I cortigiani sono un esercito che non si può contare.

Gesù è venuto ed ha abolito la corte. Neanche attorno alla sua persona vi è stata mai. Lui ha costituito l’anti regno, l’anti corte, l’anti struttura. Ha creato un popolo nel quale si è cementati solo dal vero amore e dalla più pura carità. Non avendo corte, non può avere un giogo pesante né nell’ordine materiale né in quello spirituale. Il suo giogo è solo l’amore sino alla fine. Il suo peso è la carità che non conosce ostacoli.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Se esaminiamo i due gioghi, quello pesantissimo del vizio, dell’immoralità, della disonestà, del peccato, e l’altro leggerissimo di Cristo, che è il giogo dell’obbedienza a Dio, delle virtù, della santità, della vera libertà, dobbiamo confessare che realmente il giogo di Gesù è leggero e il suo carico dolce e soave. È sufficiente ponderare le cose.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci amare il giogo di Gesù.