vangelo del giorno

Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?

23 MARZO (Mt 26,14-25)

La passione di Gesù è perfetta in ogni suo aspetto: nell’anima, nello spirito, nel corpo. Essa è il frutto dell’umanità, non di un solo uomo, un solo popolo, una sola categoria di persone. Essa è opera del popolo di Dio e dei Pagani, dei sommi sacerdoti, degli scribi, dei farisei, dei sadducei e anche della folla. È la folla che ha scelto Barabba. È frutto di Giuda, di Pietro, degli altri Apostoli. Non vi è persona che non entri a pieno titolo in essa. Nel Vangelo secondo Giovanni solo tre persone vengono presentate ai piedi della Croce, oltre la Madre di Gesù: Giovanni, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Apostoli e discepoli si erano tutti dispersi come pecore senza pastore.

È giusto che ci si chieda, a motivo della grande, infinita confusione che sempre governa la sua persona, qual è il suo ruolo nella passione di Gesù. Diciamo fin da subito che esso non è un ruolo determinante. I sommi sacerdoti, il sinedrio, farisei e scribi avevano deciso la morte di Cristo e morte sarebbe stata. Giuda possiamo definirlo un approfittatore, un attento, scrupoloso osservatore della storia. Vede per lui un’occasione propizia e sa approfittare di essa. Il suo peccato è di sete di denaro. La sete di denaro è talmente grande che lo spinge a vendersi il suo amico divino, il suo Maestro, colui che lo aveva chiamato per farne un suo Apostolo, un vero strumento di salvezza. Lui pensava – ed è stato questo il suo grande errore – di conoscere i sommi sacerdoti. Era certo che nel processo mai avrebbero potuto condannare a morte Gesù.

Giuda non conosce l’uomo e neanche gli sviluppi o frutti che un solo peccato genera e produce. Ognuno deve sapere che la parola di Dio è eterna: “Se ne mangi, muori”. “Se ti prendi la vita nella tue mani e agisci contro la mia volontà, di certo morirai”. Nessuno sa quante morti produce il peccato. La storia ci attesta che i suoi frutti sono amarissimi e si raccolgono anche dopo secoli. Di generazione in generazione i suoi frutti di morte rimangono nella storia. Ecco il frutto di morte del peccato di Giuda, glielo rivela Cristo Gesù, prima che lui compisse l’atto materiale del suo tradimento: “Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”. Queste parole rivelano quale frutto orrendo quel peccato avrebbe prodotto. Ne avrebbe generato un altro ancora più grande. Giuda avrebbe peccato contro lo Spirito Santo, si sarebbe disperato della sua salvezza finale, si sarebbe impiccato per il suo rimorso, ma senza chiedere alcun perdono a Dio. Il suo è un pentimento di morte eterna, non di vita.

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Gesù rivela la fine orrenda di Giuda, perché vede il suo galoppare di peccato in peccato, fino a commettere il peccato non perdonabile che è quello contro lo Spirito Santo. Non è il tradimento il peccato imperdonabile. Questo peccato Gesù lo avrebbe rimesso. Sarebbe bastato chiedere perdono e subito Gesù avrebbe rimesso la malizia della colpa di Giuda. Ma il peccato, quando è commesso, vuole altro peccato ancora più grave. Il peccato si nutre, si sazia di peccato. Più si apre ad esso la porta del cuore e più diviene ingordo e non solo vuole aumentare il numero di essi, quanto vuole anche peccati sempre più pesanti, fino al punto del non ritorno.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, preservateci da ogni peccato.