vangelo del giorno

Quest’uomo compie molti segni

28 MARZO (Gv 11,45-56)

Il miracolo di Lazzaro ha scosso il mondo intero. È un’opera che non si può negare. È un fatto che va ben oltre il possibile umano. Né Mosè e neanche i profeti hanno mai operato qualcosa di simile: chiamare in vita dalla tomba un uomo già in putrefazione. Il corpo compatto dei Giudei comincia a sgretolarsi. Molti dopo questo evento si aprirono alla fede in Cristo Gesù. Per i capi dei sacerdoti e per i farisei è questo un momento fortemente drammatico. Se Gesù verrà lasciato libero di agire a suo piacimento è la loro fine. Si deve scegliere chi deve morire: i Giudei o Cristo Gesù? Se vive Cristo il loro mondo sarà travolto. Esso potrà vivere solo se muore Cristo Gesù.

È questo un ragionamento di somma stoltezza. È dal peccato che nasce questa argomentazione. Dio è sempre per l’uomo, mai contro l’uomo. Vedere Dio contro l’uomo lo si può vedere solo in una religione artificiale, inventata dall’uomo, mai nella religione vera, viva, quella religione che passo dopo passo è edificata dallo stesso Dio per il bene dell’uomo. Tutta la Scrittura Santa è la storia di un uomo che viene preso per mano dal suo Creatore e Signore e condotto nel pieno possesso della sua vera umanità. Una religione nella quale l’uomo rimane nella sua disumanità, nella sua cattiveria e malvagità, nel suo odio e invidia, nella sua superbia e arroganza, nella sua sete di sangue e di vendetta, nel suo terrore e nelle sue stragi, questa non è la vera religione. Questa è una religione artificiale, come artificiali sono molte filosofie dell’era moderna, nelle quali Dio veniva identificato come il più grande nemico dell’uomo.

Chi nel sinedrio dona la soluzione che convince tutti è Caifa, che in quell’anno era sommo sacerdote. Le sue parole vanno lette con somma attenzione: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Lette secondo la lettera, le parole di Caifa avvisano che un grave pericolo incombe sul popolo dei Giudei. Se Cristo viene lasciato libero, la sua azione sarà destabilizzante. Si romperanno gli equilibri che attualmente essi con tanta abilità e diplomazia riescono a costruire ogni giorno e per il popolo sarà la fine. Verrà distrutto dai Romani, i quali non tollerano alcuna insurrezione. Preso alla lettera il suo è un discorso di non fede. Se però lo si legge secondo lo spirito della vera profezia, Caifa proclama necessaria la morte di Gesù per la salvezza del mondo intero. Gesù è l’agnello di Dio che porta la vera salvezza al popolo dei Giudei e al mondo. Giovanni legge queste parole secondo la profezia.

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

La morte di Gesù è decisa. O prima della festa o immediatamente dopo la festa Gesù dovrà essere ucciso. Non si tratta più della volontà di questo o di quell’altro Giudeo. Ora è il sinedrio che ha preso formalmente la decisione. Essa è irrevocabile. Gesù deve morire subito. Lo richiede la salvezza del suo popolo. È questa la grande saggezza, l’infinita sapienza di Dio: raggiungere il suo fine percorrendo vie umane, a volte di peccato e di totale cecità. Ora Gesù sa che la sua ora è venuta.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la scienza della Croce.