Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea

È giusto chiedersi: “Gli Angeli su quale principio di verità fondano la risurrezione di Gesù Signore?”. Non certo sull’evento storico che Lui è risorto. L’evento non fonda la fede. Ogni evento nella Scrittura deve essere il frutto di una Parola. Come la creazione è il frutto di una Parola detta da Dio, così ogni altra cosa di Dio nella storia deve essere il frutto di una Parola di Dio. Si toglie la Parola non c’è alcun evento riconducibile al Signore. Questo significa che tutta la vita dell’uomo deve essere il frutto di un Parola. Non sono buono perché faccio il bene. Non sono giusto perché pratico la giustizia. Non sono caritatevole perché pratico la carità. Neanche sono misericordioso perché vivo la misericordia. Potrei essi buono, giusto, caritatevole, misericordioso, ma secondo l’uomo e non secondo Dio. Sono buono, giusto, caritatevole, misericordioso, pietoso, compassionevole, solo se la mia vita è il frutto di una Parola del mio Dio e Signore. Tutta la vita dell’uomo deve essere dalla Parola. Niente è avvenuto nella creazione senza la Parola. Nulla può avvenire nella redenzione senza la Parola. Nulla potrà avvenire nella santificazione senza la Parola. Tutto è dalla Parola. L’obbedienza alla Parola crea la nostra verità, origina la nostra santità, fruttifica la nostra vita oggi e nell’eternità. Il legame tra Parola e vita seve essere sempre evidente, manifesto, visibile, in piena luce.

Oggi il pericolo che minaccia il cristiano è uno solo: la ricerca di una santità senza la Parola. Ci si dichiara misericordiosi senza la Parola. Ci si dice caritatevoli senza la Parola. Ci si chiama santi senza la Parola. Si vuole costruire un cristianesimo nuovo senza la Parola. Si vuole fondare un umanesimo moderno senza la Parola. Anche i sacramenti si chiedono, anzi si pretendono, senza la Parola. Questa tentazione oggi non risparmia nessuno. Essa è divenuta così aggressiva, ma anche così subdola e invadente, da riuscire ad ottenebrare anche i cuori più illuminati, più responsabili. Sono molti i ministri della Parola che hanno rinunciato alla Parola. Ed è proprio questa l’illogicità e l’incongruenza. Come può un ministro della Parola agire senza la Parola? Senza la Parola il ministro è in tutto simile ad un fiume, la cui missione è quella di portare acqua per dissetare la terra, la cui sorgente e i cuoi affluenti non danno più acqua. È solamente un letto asciutto, secco. Si possono in esso anche raccogliere sassi, pietre, sabbia o altro materiale, ma è sempre un fiume secco che porta siccità a tutta la campagna. Se il ministro della Parola non dona la Parola, non annunzia la Parola, non spiega la Parola, non insegna la Parola, è inutile a Dio e agli uomini, non serve né per la terra e né per il cielo. È venuto meno nella sua missione. La Parola è quella di Cristo Gesù, non quella degli uomini.

Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto (Lc 24,1-12).

Cristo è risorto perché la Parola del Padre lo ha detto risorto fin da tempi più antichi e remoti. Ma anche Cristo è risorto come frutto della Parola da Lui vissuta fino alla morte di croce. La Parola che lo ha condotto fin sulla croce è la stessa che lo ha trasportato nella più alta gloria dei cieli. Trovare un altro fondamento sul quale costruire la nostra storia è contro la Parola del Signore, unico fondamento sul quale Dio ha stabilito che ogni vita vada edificata. Oggi la Chiesa è sconquassata da molta confusione, perché molti suoi figli si sono liberati dalla Parola. Si prendono decisioni, ma senza la Parola. Si stabiliscono cose, ma senza la Parola. Ognuno pensa pensieri nuovi, ma senza la Parola. Tanti si inventano un’altra modalità di essere Chiesa, ma senza la Parola. Ci si muove, ci si agita, ci si affatica, si consumano energie preziose, ma senza la Parola. Spesso addirittura contro la Parola. Cristo Gesù invece tutto fao per mettere in luce la Parola del Padre, in modo che quanti desiderano essere illuminati da essa, lo possano. Se invece i ministri della Parola oscurano la Parola della quale essi sono ministri, non solo espongono il mondo alle tenebre eterne, essi stessi si dichiarano ministri d tenebre e sono responsabili dinanzi a Dio per ogni anima che per loro tradimento del ministero dovessero perdersi. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma io lo faccio per l’uomo?”. Si risponde: “Tu non agisci in nome tuo, ma per mandato di Cristo. Al mandato da Cristo si chiede una cosa sola: “Che lasci che tutto il mondo si perda, che se ne vada all’inferno, piuttosto che tradire il mandato ricevuto e divenire lui infedele alla missione ricevuta”. La salvezza è dalla sua fedeltà a Cristo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, stabilizzateci nella fedeltà alla Parola.