vangelo del giorno

Se foste ciechi, non avreste alcun peccato

1 Sam 16,1b.4.6-7.10-13; Sal 22,1-6; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41.
26 MARZO – IV DOMENICA DI QUARESIMA

Se c’è una verità che mai si potrà negare è ciò che accade, avviene, si compie sotto i nostri occhi. Ritengo che nella Scrittura Santa gli uomini più onesti, più veri, più sinceri dinanzi alla storia siano stati i Maghi d’Egitto. Essi si inchinano dinanzi alla storia e affermano al faraone che essi si trovano dinanzi al dito di Dio che sta operano per mezzo di Mosè. Si arrendono. Non vogliono entrare in competizione con Dio. Saranno da Lui sconfitti, annientati, radiati nella loro scienza e arte della magia.

I Giudei del tempo di Gesù invece pur di non ammettere l’onnipotenza divina e soprannaturale di Cristo prima affermano che lui scaccia i demòni in virtù di Beelzebùl, ora vogliono negare che il cieco fin dalla nascita sia stato veramente cieco, domani per non confessare apertamente la verità storica della risurrezione comprano la falsa testimonianza dei soldati con una grossa somma di denaro. Chi nega gli eventi che possono e sono constatabili, lascerà qualcosa di vero e di puro in ciò che non cade direttamente sotto gli occhi, l’udito, il tatto? Tutto potrà essere travisato, alterato.

Quando la storia è calpestata, allora non vi sono ragioni oggettive che possano giustificare la negazione della verità dalla quale sorge la nostra salvezza. Sono, le nostre, solo ragioni di volontà, ragioni senza alcun fondamento reale. Il fondamento è solo “ideale” e scaturisce dalla durezza del nostro cuore e dalla cecità della nostra mente, capace di “crearsi la verità storica” trasformando la fantasia, la nostra volontà in concretezza. La durezza del cuore ci convince a tal punto da credere realmente che quanto noi diciamo sia verità. È questo il convincimento del peccato nel nostro cuore.

Quando si giunge a questo punto è il segno che non vi è salvezza. La mente è capace di crearsi qualsiasi “verità”, qualsiasi “realtà”, qualsiasi “evento”. Qualsiasi “storia”. I giudei veramente credono che Gesù agisca per influsso satanico, che il cieco non fosse cieco, che Gesù mai sia risorto. È la corruzione senza alcun ritorno indietro. Perché Gesù dice che il loro peccato rimane, essi sono ciechi e veramente dicono di vedere. Cieco è Gesù e quanti vanno dietro di Lui. Quando si giunge a questo limite, rimane solo di attraversare la porta dell’inferno ed abitare nel buio eterno.

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

Gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Ad ogni uomo è chiesto di porre ogni attenzione a non oltrepassare mai i limiti del male. Quando questi vengono oltrepassati cuore e mente si creano la “verità”, l’immoralità diviene moralità, il peccato virtù, il male bene, la morte progresso, la distruzione guadagno. La nostra società è già andata ben oltre i limiti del male. È arrivata a proporre l’annientamento della natura come supremo bene per l’uomo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci onesti sempre.