Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito

Se Gesù non salisse sulla croce, se rimanesse tra i suoi anche per un miliardo di anni, la sua opera sarebbe inutile. Direbbe bellissime parole, stupende verità, compirebbe infiniti miracoli, ma alla fine tutto sarebbe inutile. L’uomo rimarrebbe in eterno così come esso è: un impasto di peccato, un cumolo di macerie spirituali, una casa diroccata, un castello sempre espugnabile dal male. Perché allora è necessario che Gesù salga sulla croce e doni la sua vita al Padre come vero olocausto, consumazione totale in suo onore e per la sua gloria, in una obbedienza di totale annientamento? Perché la morte di Gesù è vita per i suoi discepoli?

È vita, perché dal suo costato, trafitto dopo morte, dovrà sgorgare lo Spirito Santo e la grazia e la verità. Lo Spirito Santo creerà l’uomo nuovo. Gli darà la stessa verità di Cristo. Ne farà un figlio di Dio per adozione. La grazia sarà l’alimento dell’uomo nuovo. Nasce così l’uomo spirituale, che potrà vivere secondo lo Spirito e non più secondo la carne. Cristo sale in croce, versa il suo sangue. Dona al Padre tutto se stesso. Il suo cuore viene squarciato. Esce fuori la vita, la nuova umanità. Non vi sono altre vie perché l’uomo possa ritornare alla verità della sua origine da Dio, anzi in una verità ancora più mirabile, più eccelsa, più elevata.

Cristo Gesù per il Padre celeste è il nuovo vero Adamo. Su di Lui dovrà mandare un torpore di vera morte. Gesù però dovrà lasciarsi condurre alla croce come agnello mansueto al macello. Sulla croce, appena morto, il Padre prenderà il suo Santo Spirito e lo verserà sulla terra. Prenderà tutta la sua grazia e verità e con esse, per messo del suo Santo Spirito, creerà la nuova umanità. Se però Cristo non si addormenta sulla croce, il Padre non potrà impastare il nuovo uomo. Gli mancano grazie e verità ed anche lo Spirito Santo che è l’Artefice della Nuova Creazione. Nella prima creazione il Signore prese una costala e formò la donna. Ora prende tutto il suo sangue di Gesù, tutto lo Spirito Santo, tutta la grazia e forma la Chiesa, donandola a Cristo risorto come sua vera sposa. Questo mistero è grande, dirà un giorno San Paolo.

Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto.

Non ve l’ho detto dal principio, perché ero con voi. Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà (Gv 16,1-15).

Quanto ha operato Cristo, deve operarlo la sposa, se essa vuole generare figli a Dio. Essa, come il suo Sposo, deve offrire al Padre la sua vita, deve anch’essa salire sulla croce della più perfetta obbedienza alla sua Parola, consegnarsi interamente a Lui, perché anche dal suo cuore squarciato possa sgorgare lo Spirito e la grazia perché il Padre celeste possa ancora e sempre edificare il corpo di Cristo facendolo crescere in santità e aggiungendo ad esso nuove membra. Se la Chiesa non sale sulla croce, scenda da essa, inizia quel regresso che a poco a poco prima la riduce a corpo sterile che non dona vita e poi la conduce alla morte.

Infatti sono molte le comunità che avendo smesso di salire sulla croce dell’obbedienza alla Parola del Vangelo, dichiarando che la santità non serve più per edificare se stesse, vivono di accidia spirituale, nel grande assopimento, riducendosi a celebrare un culto vuoto e dei sacramenti che vengono conservati in vita più come tradizione, di cui non si può fare a meno, che non come veri segni efficaci di grazia per una più grande elevazione morale e spirituali del corpo della Chiesa. Una sposa che non sale sulla croce, ben presto si consegnerà all’adulterio spirituale, tradirà il suo Sposo, vivrà di idolatria, si inabisserà nell’immoralità, ma sempre conserverà quel suo apparato esterno per ingannare se stessa e per dare alla propria coscienza un potentissimo oppio che l’addormenta in un vero sonno di morte spirituale. La Croce di Cristo che diviene Croce della Chiesa è la via per la rigenerazione del mondo.