vangelo del giorno

SEI TU IL CRISTO, IL FIGLIO DEL BENEDETTO?

(Mc 11,1-10) 15 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47
25 MARZO – DOMENICA DELLA PALME – B

Gesù non può morire per accuse false. Dal giorno del suo concepimento fino all’ultimo istante vissuto sulla nostra terra nel suo corpo di carne, Lui è stato sempre dalla volontà del Padre nella volontà del Padre e per essa. Mai ha messo nulla di suo nella Parola della Scrittura, ma neanche ha messo qualcosa di suo nella volontà che il Padre gli manifestava attimo per attimo perché lui la compisse. Mentre ad esempio per altre persone la Scrittura attesta che furono messe a morte sul fondamento di due testimonianze concordi, i più noti sono il primo Nabot di Izreèl (1Re 21,1-29), la seconda la casta Susanna (Dn 13,1-64), per Gesù il Padre suo ha escluso anche questa possibilità di peccato. Se tutti gli uomini della terra fossero stati concordi per accusare Cristo con falsità e menzogne, il Signore sarebbe sceso dal cielo e avrebbe confuso le loro lingue, così come ha fatto nei giorni della Torre di Babele. In verità così è stato anche nel Sinedrio. Tutti i falsi testimoni si trovano in disaccordo. Nessuna sentenza di morte potrà essere pronunciata né sulla falsità che Gesù abbia insultato né Dio, né il tempio, né la religione, né le sue istituzioni. In Lui non c’è peccato.

Il sommo sacerdote è fortemente a disagio. Vuole condannarlo a morte, ma non può. Gesù è senza alcun reato grave. Dinanzi al popolo non si può giustificare una sentenza di morte. È a disagio, ma non si arrende e come sommo sacerdote pone a Gesù una domanda alla quale Lui non potrà sottrarsi dal rispondere. Siamo in un tribunale e la verità va affermata per obbligo di legge divina. La domanda che gli rivolge è senza alcuna possibilità di essere fraintesa: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”. Traduciamo: “Sei tu il Messia, il Figlio di Dio?”. Dinanzi ad una domanda così esplicita, posta dalla più alta autorità in Israele, Gesù non può sottrarsi dal rispondere: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Non solo Gesù afferma di essere il Messia, aggiunge anche una seconda verità: “In Lui si compie tutta la profezia di Daniele. È Lui la persona che riceverà da Dio ogni potere divino per il governo della terra e del cielo”. Dinanzi ad una affermazione così alta, il sommo sacerdote si straccia le vesti e accusa Gesù di bestemmia: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia: che ve ne pare?”. Dinanzi ad una dichiarazione di bestemmia vi è solo una sola possibile sentenza: “È reo di morte”. Ecco la vera ragione della crocifissione di Gesù: l’attestazione pubblica e ufficiale della sua verità sul fondamento delle profezie.

Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

C’è poco da ragionare o da discutere. O Gesù è vero Dio o è il più grande bugiardo e mentitore della storia. Non può essere un grande uomo colui che ha ingannato il mondo intero spacciandosi per Dio, mentre Dio non è. Invece è stato proprio Dio, risuscitandolo, ad attestare la sua verità. Tutti i falsi dèi e falsi messia sono nella morte.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di purissima fede in Gesù.