vangelo del giorno

Non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito

9 GENNAIO (Mc 6,45-52)

L’Antica Scrittura, attraverso il Salmo, ci rivela l’Onnipotenza del Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, sulla natura e in modo particolare sul vento burrascoso, che fa alzare le onde e impedisce ogni navigazione. Ebbene, questo vento burrascoso viene placato dal Signore che ascolta la preghiera dei suoi fedeli in preda alla grande angoscia. L’uomo prega e il Signore riduce la tempesta al grane silenzio. Tacciono su suo comando le onde del mare. La navigazione può riprendere in tranquillità.

Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato, che ha riscattato dalla mano dell’oppressore e ha radunato da terre diverse, dall’oriente e dall’occidente, dal settentrione e dal mezzogiorno. Altri, che scendevano in mare sulle navi e commerciavano sulle grandi acque, videro le opere del Signore e le sue meraviglie nel mare profondo. Egli parlò e scatenò un vento burrascoso, che fece alzare le onde: salivano fino al cielo, scendevano negli abissi; si sentivano venir meno nel pericolo. Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi: tutta la loro abilità era svanita. Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce. La tempesta fu ridotta al silenzio, tacquero le onde del mare. Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato. Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini. Lo esaltino nell’assemblea del popolo, lo lodino nell’adunanza degli anziani. Cambiò i fiumi in deserto, in luoghi aridi le fonti d’acqua e la terra fertile in palude, per la malvagità dei suoi abitanti. Poi cambiò il deserto in distese d’acqua e la terra arida in sorgenti d’acqua. Là fece abitare gli affamati, ed essi fondarono una città in cui abitare. Chi è saggio osservi queste cose e comprenderà l’amore del Signore. (Cfr. Sal 107 (106) 1-43).

Con Gesù non vi è preghiera, non assistiamo a nessuna invocazione. Lui mette piedi sulla barca e il vento cessa, smette di essere burrascoso. Il mare diviene una grande bonaccia. Se vogliono, i discepoli possono aprirsi ad una grande fede nel loro Maestro. Questi non solo cammina sulla acque come fossero terra ferma, possiede anche il dominio dei venti e delle onde. La natura avverte il suo desiderio di pace, e senza che alcun ordine le venga dato, all’istante obbedisce al suo Signore, Creatore, Dio.

E subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.

Ogni momento della vita di Gesù con i suoi discepoli si trasforma in un segno potente che attesta, rivela, manifesta la sua vera essenza. Mai nessun profeta antico, neanche Mosè e tutti coloro che sono subentrati nella storia religiosa di Israele, hanno mai agito come agisce Gesù Signore. Lui è più che Mosè, Giosuè, Samuele, Natan, Elia, Eliseo, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, ogni altro giusto e sapiente dell’Antica Alleanza.

Il segreto di Gesù è nella sua particolare relazione con il Padre e lo Spirito Santo. Nella sua umanità è tutto inabitato dalla Spirito Santo. Il suo cuore è in perenne contatto con il Padre. Con Lui vive una relazione di perfetta obbedienza. Più è grande l’obbedienza e più il Padre agisce per mezzo dell’uomo. Poiché l’obbedienza di Gesù è santissima, anche la sua opera è santissima. Tutto il Padre ha messo nelle mani del Figlio. L’universo intero è chiamato ad una obbedienza che è pari di quella sua verso il Padre. È in fondo questa le legge, la relazione che intercorre tra noi, Dio, la creazione. La creazione ci obbedisce nella misura in cui noi obbediamo a Dio. Cristo vive con il Padre un’obbedienza senza riserve. La creazione vive con Lui la stessa intensità e universalità di obbedienza. Cristo è tutto del Padre. La creazione è tutta di Gesù. La creazione obbedisce solo a colui che obbedisce a Dio e secondo la stessa misura.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera obbedienza.