vangelo del giorno

Simile a una rete gettata nel mare

Es 40,16-21.34-38; Sal 83,3-6a.11; Mt 13,47-53.
3 AGOSTO
Che il mondo non creda nella Parola di Cristo Gesù non pone alcun problema. Esso è mondo perché è senza la Parola, fuori della Parola, spesso contro la Parola. Che nella Parola non creda il cristiano è fatto molto grave. La sua non fede lascia il mondo nella cecità, nell’idolatria, nell’immoralità. Nell’Antico Testamento sempre il Signore ha dichiarato il suo popolo cieco e sordo, incapace di vedere il Signore nella storia e di ascoltare la sua Parola. Quanto il Signore dice di Israele oggi si può dire del cristiano.

Sordi, ascoltate, ciechi, volgete lo sguardo per vedere. Chi è cieco, se non il mio servo? Chi è sordo come il messaggero che io invio? Chi è cieco come il mio privilegiato? Chi è cieco come il servo del Signore? Hai visto molte cose, ma senza farvi attenzione, hai aperto gli orecchi, ma senza sentire. Il Signore si compiacque, per amore della sua giustizia, di dare una legge grande e gloriosa. Eppure questo è un popolo saccheggiato e spogliato; sono tutti presi con il laccio nelle caverne, sono rinchiusi in prigioni. Sono divenuti preda e non c’era un liberatore, saccheggio e non c’era chi dicesse: «Restituisci». Chi fra voi porge l’orecchio a questo, vi fa attenzione e ascolta per il futuro? Chi abbandonò Giacobbe al saccheggio, Israele ai predoni? Non è stato forse il Signore contro cui peccò, non avendo voluto camminare per le sue vie e non avendo osservato la sua legge? Egli, perciò, ha riversato su di lui la sua ira ardente e la violenza della guerra, che lo ha avvolto nelle sue fiamme senza che egli se ne accorgesse, lo ha bruciato, senza che vi facesse attenzione (Is 42,18-25).

La tua condotta e le tue azioni ti hanno causato tutto ciò. Com’è amara la tua malvagità! Ora ti penetra fino al cuore. Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato. Mi scoppia il cuore in petto, mi batte forte; non riesco più a tacere, perché ho udito il suono del corno, il grido di guerra. Si annuncia un disastro dopo l’altro: tutta la terra è devastata. A un tratto sono distrutte le mie tende, in un attimo i miei padiglioni. Fino a quando dovrò vedere segnali e udire il suono del corno? «Stolto è il mio popolo: non mi conosce, sono figli insipienti, senza intelligenza; sono esperti nel fare il male, ma non sanno compiere il bene» (Ger 4,18-22). Annunciatelo nella casa di Giacobbe, fatelo udire in Giuda e dite: «Ascolta, popolo stolto e privo di senno, che ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode. Non mi temerete?  Oracolo del Signore. Non tremerete dinanzi a me, che ho posto la sabbia per confine al mare, limite perenne che non varcherà? Le sue onde si agitano ma non prevalgono, rumoreggiano ma non l’oltrepassano». Questo popolo ha un cuore indocile e ribelle; si voltano indietro e se ne vanno, e non dicono in cuor loro:  «Temiamo il Signore, nostro Dio, che dona la pioggia autunnale e quella primaverile a suo tempo, che custodisce per noi  le settimane fissate per la messe» (Ger 20-24).

La Chiesa, e in essa ogni suo figlio, mai dovrà pensare e agire contro la Parola del Signore. Che nella rete del regno gettata in mare possano entrare ogni genere di pesci, non significa che tutti possano essere messi nei canestri del cielo. I pesci cattivi vengono scartati e gettati nella Geenna del fuoco per l’eternità. Il cristiano può anche personalmente non credere in questa verità, se però è ministro della Parola o Maestro nella comprensione della verità della Parola, è obbligato per onestà professionale a dire ciò che Cristo Gesù dice e la Parola contiene in sé. Non per fede, ma per onestà.

Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

È ministro disonesto, è maestro di menzogne, colui che dice e insegna la Parola dicendo il contrario di ciò che essa dice e contiene. La dannazione e l’inferno sono verità essenziali del Vangelo, di tutta la Scrittura. Annunziarle agli uomini perché, chi vuole possa salvarsi, è obbligo di giustizia. Chi le nega affermando il contrario non solo è ingiusto e disonesto, è anche spietato verso i fratelli. Li condanna all’inferno.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci ministri onesti e veri.