TI HO AMATO DI AMORE ETERNO

MERCOLEDÌ 5 AGOSTO (Ger 31, 1-7)

Ogni atto storico di Dio, dopo il peccato, rivela il suo amore eterno. La prima rivelazione il Signore l’ha fatta al serpente: “Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno»” (Gen 3,14-15). Ogni vocazione è rivelazione dell’amore eterno del Signore. Lui chiama perché vuole dare il suo amore a tutte le genti: “Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome  e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra»” (Gen 12,1-3). Se ogni cristiano vedesse la sua vocazione non solo come immersione nell’amore eterno del suo Signore, ma anche come strumento perché per mezzo di lui l’amore eterno raggiunga ogni altro uomo, vivrebbe in modo assai differente. Non vanificherebbe l’amore di Dio né verso la sua persona, né verso gli altri. Mancando invece di questa verità, espone l’amore eterno di Dio a vanità.

Nel suo Eterno Amore, che è il suo Figlio Unigenito, il Padre vuole amare di amore eterno ogni uomo. È questa la vera salvezza: fare di ogni uomo una cosa sola con Cristo Gesù, facendolo nello Spirito Santo suo vero corpo, sua vita: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Gv 1,14.16-18). “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Gv 3,16-18). Sono tutti in grande errore coloro che annunziano la vera salvezza senza Cristo Gesù, fuori dal suo corpo. La storia ogni giorno li smentisce e li dichiara falsi profeti. Non c’è vera salvezza, se non Cristo, con Cristo, per Cristo.

In quel tempo – oracolo del Signore –  io sarò Dio per tutte le famiglie d’Israele ed esse saranno il mio popolo. Così dice il Signore: Ha trovato grazia nel deserto un popolo scampato alla spada; Israele si avvia a una dimora di pace». Da lontano mi è apparso il Signore: «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele. Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli e avanzerai danzando tra gente in festa. Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; dopo aver piantato, i piantatori raccoglieranno. Verrà il giorno in cui le sentinelle grideranno sulla montagna di Èfraim: “Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore, nostro Dio”. Poiché dice il Signore: Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”.

San Paolo rivela al suo discepolo Timoteo che mai Dio potrà rinnegare se stesso. Lui è Amore Eterno e sempre amerà l’uomo dalla purezza della sua natura: “Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso” (2Tm 2,11-13). Finché l’uomo non avrà peccato contro lo Spirito Santo, sempre potrà contare sull’amore eterno del suo Signore. Con il peccato contro lo Spirito Santo l’uomo attesta a Dio di non voler essere amato in eterno e contro questa volontà il Signore nulla potrà fare. È l’uomo che si esclude dall’amore. È l’uomo che rifiuta di lasciarsi amare da Dio. Mai il Signore rinnega la sua verità, la sua natura, il suo amore. L’inferno è voluto solo dall’uomo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai giungiamo a peccare contro lo Spirito Santo.