vangelo del giorno

 Togli prima la trave dal tuo occhio

13 SETTEMBRE (Lc 6,39-42)

Solo Dio può giudicare, perché solo Lui conosce il cuore dell’uomo. Il suo però non è un giudizio di condanna, ma di perdono e di misericordia, quando il peccatore ritorna a Lui pentito, nella conversione e nella volontà di non peccare mai più.

San Paolo, nella Lettera ai Romani, ci avverte che quando noi giudichiamo i fratelli, nello stesso istante ci accusiamo dinanzi a Dio di essere anche noi peccatori. Poiché noi siamo spietati verso i nostri fratelli, chiediamo a Dio di essere senza pietà verso di noi. Ogni nostro giudizio dei fratelli diviene un giudizio verso di noi. È un giudizio senza misericordia, senza alcuna pietà, poiché noi siamo stati senza pietà e senza misericordia verso quanti sono stati oggetto della nostra sentenza di morte.

Perciò chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose. Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità. Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio? O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità; ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia. Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco: Dio infatti non fa preferenza di persone. Tutti quelli che hanno peccato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge saranno giudicati. Infatti, non quelli che ascoltano la Legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la Legge saranno giustificati. Quando i pagani, che non hanno la Legge, per natura agiscono secondo la Legge, essi, pur non avendo Legge, sono legge a se stessi. Essi dimostrano che quanto la Legge esige è scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini, secondo il mio Vangelo, per mezzo di Cristo Gesù. Ma se tu ti chiami Giudeo e ti riposi sicuro sulla Legge e metti il tuo vanto in Dio, ne conosci la volontà e, istruito dalla Legge, sai discernere ciò che è meglio, e sei convinto di essere guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché nella Legge possiedi l’espressione della conoscenza e della verità… Ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? Tu che dici di non commettere adulterio, commetti adulterio? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi? Tu che ti vanti della Legge, offendi Dio trasgredendo la Legge! Infatti sta scritto: Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra le genti (Rm 2,1-24).

Oggi Gesù chiede ad ogni suo discepolo di impegnare tutto il suo tempo a togliere la trave di peccato, male, imperfezione che è nel suo occhio. Con gli occhi oscurati dai suoi peccati mai potrebbe riuscire a vedere la pagliuzza che è nell’occhio dell’altro. Ma poiché per togliere la trave occorre tutta la nostra vita, mai si avrà il tempo per giudicare, condannare, accusare gli altri. La ricerca della propria santificazione toglie ogni possibilità che si possa cadere nel giudizio, nella condanna, nelle parole vane.

Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Oggi Gesù ci chiede questo forte l’impegno. Ci vuole occupati per intero, in ogni istante a pensare seriamente alla propria condizione spirituale. Non c’è spazio per altro.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci e sosteneteci sempre.