vangelo del giorno

Trovò la bambina coricata sul letto

13 FEBBRAIO (Mc 7,24-30)


Il primo che nella Scrittura unisce preghiera ed intelligenza è Abramo. Egli si rivolge al Signore mostrandogli la contraddizione esistente tra la storia da lui vissuta fino al presente e la promessa che gli era stata fatta: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le tribù della terra”. Come potrà essere adempiuta questa promessa se lui è senza eredi? Uno che non adempie le sue promesse può essere vero Dio? Chi potrà mai porre fiducia in Lui? Dio deve rispondere ad Abramo. Non può tacere, stare in silenzio. Lui deve attestare la verità del suo essere e della sua parola. 

Dopo tali fatti, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo». Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò. Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono. Allora il Signore disse ad Abram: «Sappi che i tuoi discendenti saranno forestieri in una terra non loro; saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni. Ma la nazione che essi avranno servito, la giudicherò io: dopo, essi usciranno con grandi ricchezze. Quanto a te, andrai in pace presso i tuoi padri; sarai sepolto dopo una vecchiaia felice. Alla quarta generazione torneranno qui, perché l’iniquità degli Amorrei non ha ancora raggiunto il colmo». Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram: «Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate; la terra dove abitano i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti, gli Ittiti, i Perizziti, i Refaìm, gli Amorrei, i Cananei, i Gergesei e i Gebusei» (Gen 15,1-21). 

Gesù è compassionevole, misericordioso, ricco di pietà e di benevolenza. Dov’è la sua misericordia se raccoglie una briciola che cade dalla sua tavola, la toglie di bocca ai cagnolini per darla ai suoi figli? Gesù non può non fare il miracolo. Anche Lui, come il Padre suo, deve attestare storicamente la sua verità. Se è veramente misericordioso è il momento che lo attesti, perché nella storia è la donna la prova della sua grande carità. Se oggi non concede la grazia, Lui non è misericordioso. Può anche essere caritatevole con uno, ma non con tutti. Ora chi vuole essere il Messia del Signore, chi dice di esserlo, chi vuole che si creda in Lui, non può non essere misericordioso verso tutti. Uno escluso, tutti potrebbero pensarsi esclusi. Mai potrebbe nascere la fede. 

Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

La nostra preghiera sempre deve essere elevata a Dio con somma intelligenza e sapienza. Deve essere una preghiera dell’uomo, mai invocazione di una statua, un legno, un pezzo di marmo, un ferro. Mai dovrà essere solo la ripetizione, la lettura di frasi e di pensieri scritti da altri, senza che noi neanche ne conosciamo il significato. È il nostro cuore che deve pregare ed è la nostra intelligenza. L’uomo prega da uomo. 

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci a pregare.