vangelo del giorno

Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità

5 GENNAIO (Gv 1,43-51)

Gesù è mediatore unico tra Dio e l’intera creazione, nel visibile e nell’invisibile, nel tempo e nelle eternità, nella materia e nello spirito. Niente che è del Padre – e tutto è del Padre – viene alla creazione se non per mezzo di Gesù. Niente che è della creazione entra in comunione con il Padre, se non per mezzo di Gesù Signore. Il Padre riconosce solo Cristo e ogni cosa che è in Cristo, per Cristo, con Cristo. Questa verità da Gesù oggi è insegnata applicando a sé il sogno di Giacobbe in Betel.

Giacobbe, obbedendo al padre e alla madre, era partito per Paddan Aram. Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco. Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalàt, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt. Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto».

Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima». (Gen 18,7-22).

Oggi Gesù incontra Natanaele e lo saluta definendolo un Israelita in cui non c’è falsità. Natanaele si meraviglia di questa conoscenza così vera e reale di Gesù. Viene conquistato da Lui. Egli che poco prima di era rifiutato di credere, ora dice a Gesù che è Maestro, che è il Figlio di Dio, il re d’Israele. Gesù gli risponde che questa sua confessione non è tutta la sua verità. Lui non è solamente il re d’Israele. Lui è il Re universale, il Re del Cielo e della terra. È il Re nelle cui mani il Signore ha messo l’intera creazione. Lui è la scala di Giacobbe. Per Lui Dio discende sulla terra e la terra sale fino al Cielo. Lui è il ponte di comunione tra Dio e l’universo visibile e invisibile.

Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Chi deve credere nella verità di Cristo Gesù non è il mondo, è la Chiesa, è ogni suo discepolo. Questa verità va difesa, proclamata, insegnata, gridata al mondo intero per il suo più grande bene. Dove Cristo non regna, non vi è vera, piena comunione tra Dio e l’uomo. Non vi è dono di grazia e di verità. Non vi è dono dello Spirito Santo senza misura. L’uomo rimane nella sua povera, misera, meschina umanità. Rimane nella sua volontà di andare a Dio, ma non nella realtà di una relazione vera e perfetta.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci questa fede vera e piena.