vangelo del giorno

Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto

16 NOVEMBRE (Lc 18,1-8)

La preghiera è lotta con Dio, vero combattimento con il cielo. Ogni lotta finisce con un vincitore e un perdente. Uno si deve arrendere. La preghiera è vera quando porta alla resa di Dio con l’esaudimento di ogni nostra richiesta. Dio è già disposto ad arrendersi al suo amore per noi. L’uomo invece mai deve arrendersi nella sua preghiera.

Giacobbe disse: «Dio del mio padre Abramo e Dio del mio padre Isacco, Signore, che mi hai detto: “Ritorna nella tua terra e tra la tua parentela, e io ti farò del bene”, io sono indegno di tutta la bontà e di tutta la fedeltà che hai usato verso il tuo servo. Con il mio solo bastone avevo passato questo Giordano e ora sono arrivato al punto di formare due accampamenti. Salvami dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esaù, perché io ho paura di lui: che egli non arrivi e colpisca me e, senza riguardi, madri e bambini! Eppure tu hai detto: “Ti farò del bene e renderò la tua discendenza tanto numerosa come la sabbia del mare, che non si può contare”». Giacobbe rimase in quel luogo a passare la notte. Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: «Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all’anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quell’uomo aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico (Gen 32,10-33).

Spesso è l’uomo che si arrende, perché smette di chiedere. Non insiste più. Si dichiara sconfitto. In questo è aiutato dai suoi falsi pensieri, da una teologia errata, da un Vangelo ignorato, da una Parola di Dio non conosciuta a sufficienza. La fede vera è sempre a fondamento della preghiera vera. Una preghiera falsa è sempre il frutto di una fede falsa. Gesù insegna la fede vera e di conseguenza anche la preghiera vera.

Perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l’amore dello Spirito, vi raccomando: lottate con me nelle preghiere che rivolgete a Dio, perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a Gerusalemme sia bene accetto ai santi. Così, se Dio lo vuole, verrò da voi pieno di gioia per riposarmi in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen (Rm 15,30-32).

San Paolo chiede ai discepoli di Gesù che sono in Roma di lottare con lui nelle preghiere. Lui ha bisogno di una grazia e questa va strappata al Signore della storia. La preghiera fatta da molti cuori giunge con più rapidità al cuore di Dio e lo predispone alla resa dell’esaudimento. La preghiera di molti cuori è vera forza irresistibile.

Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

In questa parabola l’onnipotenza malvagia è vinta, si arrende dinanzi all’insistenza di una vedova. Dio è onnipotenza santa, misericordiosa, piena di carità e di compassione. Lui si è già arreso a noi. Vuole che noi glielo ricordiamo con la nostra preghiera.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la preghiera vera.