Avendo sentito parlare delle opere del Cristo
Giovanni è nel carcere. Sente parlare di Gesù. Tra i suoi pensieri sul Messia del Signore e le opere di Cristo Gesù nota che vi è discrepanza. Questa discrepanza non è solo di Giovanni, ma anche di tutti i suoi discepoli. Tra Gesù e il mondo intero, ieri come oggi, regna la stessa distanza che vi è tra la terra e le lontane galassie. Spesso questa distanza fisica si può calcolare almeno in anni luce. La distanza dal pensiero di Cristo, che è purissimo pensiero del Padre, non si potrà mai calcolare. Essa è infinita. Abbiamo noi oggi misurato la distanza che regna tra il nostro “pensiero cristiano” e il pensiero di Gesù Signore? Abbiamo mai considerato che Gesù è venuto per prendere la croce di ogni peccato dell’umanità per insegnare ad ogni uomo come si assuma la croce dell’umanità e la si porti con amore? Abbiamo mai riflettuto che quasi tutti i nostri insegnamenti, compresi i nostri desideri, sono per l’abolizione, la cancellazione di ogni croce, anziché per la sua assunzione? Abbiamo meditato sul fine delle nostre preghiere? Gesù prega il Padre perché gli dia la forza per salire sulla croce. Noi gli chiediamo la grazia di liberarci da ogni croce. La discrepanza tra il “pensiero cristiano” e il pensiero di Cristo c’è ed è infinita. O il cristiano conforma il suo pensiero a quello di Gesù Signore, oppure non vi è spazio per lui sulla terra. La differenza di pensiero la fa solo Gesù Signore. Tutti gli altri cambiano forma al loro pensare e al loro dire, ma la sostanza è sempre la stessa. Si assume il pensiero di Cristo e cambia la stessa sostanza. Da pensiero dell’uomo diviene pensiero di Dio, da pensiero di terra diviene pensiero celeste, da pensiero di morte si fa pensiero di vita. Da pensiero che cerca la liberazione da ogni croce, a pensiero che sa assumere ogni croce, nella volontà di portarla per vincerla. La croce si vince solo se la si porta.
Giovanni ha bisogno di luce. Senza luce vera anche il suo pensiero è falso. Immagina un messia, ma il messia immaginato, non è quello reale, quello secondo Dio. Ma anche noi oggi: non immaginiamo un Cristo che non è il Cristo di Dio, una Chiesa che non è la Chiesa di Dio, un uomo che non è l’uomo di Dio, un ministero di Cristo e di Dio che non è di certo né ministro di Dio e né di Cristo, perché sono un Cristo, una Chiesa, un uomo, un ministro pensati da noi e non da Dio, non da Cristo Signore, non dallo Spirito Santo?. Chi può dare la luce? Giovanni pensa di rivolgersi direttamente a Cristo Signore. Gesù non dona luce a Giovanni. Gli indica la fonte di ogni luce, di ogni verità, sapienza, intelligenza, pensiero di Dio. Lo rimanda alle Scritture. Questo significa che non è la storia, non è la teologia, non è la mistica, non è l’agiografia, non è l’ascetica, non è nessun altra verità esistente in questo mondo che potrà insegnarci chi è Cristo e chi è ogni altra persona chiamata ad essere con Cristo una cosa sola. Chi può dirci chi è Cristo, la Chiesa, l’uomo, il ministro di Cristo è solo la Scrittura. Per Giovanni era l’Antico Testamento e Gesù lo rimanda ad esso. Per il cristiano è anche il Nuovo Testamento e all’intera Scrittura si deve ricorrere se si vuole conoscere Cristo e dalla conoscenza di Cristo ogni altra realtà esistente: Chiesa, cristiano, uomo, mondo. Poiché oggi noi abbiamo dichiarata nulla la Scrittura, non più principio unico della verità di Cristo e della Chiesa, del cristiano, dell’uomo, del mondo, ci troviamo con una moltitudine di pensieri, tutti però provenienti dalla terra e non dal cielo. Ma noi con “scaltrezza e astuzia infinita” li facciamo passare come pensieri di Cristo, di Cielo, di Dio, dello Spirito Santo e con essi roviniamo la Chiesa, i suoi ministri, i suoi sacramenti, la stessa Parola di Cristo Signore.
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!» (Mt 11,1-6).
O troviamo la verità di quanto diciamo e facciamo nella Parola eterna di Dio, oppure il nostro modo di essere Chiesa, ministri nella Chiesa, cristiani nel corpo di Cristo, rischia di essere votato interamente alla falsità. È facile per la tentazione insinuarsi nei nostri pensieri, facendo passare un’opera di carità come volontà di Dio per noi, mentre essa è solo volontà di Satana. Satana è il più astuto nella creazione di Dio. Di tutto si serve per condurci nella falsità del pensiero e delle opere. Esso si serve anche delle opere di carità, di misericordia, di ogni altro tipo o genere di bene in favore dell’uomo, purché ci separi dal compimento della divina ed eterna volontà. Senza il continuo confronto con il Vangelo, letto in spirito di preghiera, con cuore umile proteso solo alla ricerca del vero bene secondo la volontà di Gesù su di noi, la storia ci trasforma in traditori e rinnegatori della nostra vera vocazione e missione. Quando noi serviamo il mondo secondo il mondo, esso ci acclama. Il Signore però ci biasima. Si rattrista. Seguiamo il mondo. abbiamo rinnegato Lui. Non portiamo il mondo a Lui, non portiamo Lui al mondo. Sfamiamo e vestiamo un corpo, ma di certo non sfamiamo e non vestiamo l’anima, lo spirito, il cuore dell’uomo di luce, verità, giustizia, santità, adorazione vera. Agiamo da noi, non da Lui.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dal pensiero di Gesù Signore.