vangelo del giorno

Che cosa vuoi che io faccia per te?

26 MAGGIO (Mc 10,46-52)

Dire che Dio dona tutto senza chiedere nulla, è menzogna e falsità che mai dovrà trovarsi sulle labbra di un discepolo di Gesù. Spetta ai ministri della Parola educare ogni battezzato perché così non pensi e così non dica. Dio ti dona tutto chiedendoti tutto. Ciò che Dio ti dona è un Vangelo da osservare, la sua volontà sulla quale camminare, il suo amore da versare in ogni cuore, i suoi beni da condividere con i fratelli. Gesù ti dona la sua croce perché tu la faccia tua e con essa si redima il mondo.

Dio ti perdona a condizione che tu perdoni, ti ama al patto che tu lo ami e ami i tuoi fratelli. Ti dona il cielo se tu gli darai la terra. Anche un corpo di gloria Lui ti dona nell’eternità, a condizione che tu gli dia il corpo di carne, glielo consacri a Lui come olocausto, sacrificio, offerta per la redenzione di molti cuori. Queste sono le condizioni dell’amore di Dio: Lui dona tutto se stesso, ma vuole che tu dia tutto te stesso a Lui. Ti dona il Figlio se tu gli dài la tua fede in ogni sua Parola. È sempre un dono per un dono. Una vita per una vita. Dio per l’uomo. Il cielo per la terra. La luce per le tenebre.

La logica di Dio è quella descritta da San Paolo nella Terra ai Filippesi: la gloria eterna per l’ignominia sulla terra. L’esaltazione per l’umiliazione. La Signoria per la croce.

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me (Fil 2,5-18).

Gesù è in Gerico, un cieco grida a Lui per essere guarito, sanato. Gesù è pronto a dargli la vista in cambio vuole la sua fede perfetta in Lui. Il cieco deve credere che Gesù possa dargli la vista, facendo pubblica confessione del suo cuore e della sua mente. Gesù dona la vista, il cieco gli dona la fede. Sempre un dono per un dono.

E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Oggi viviamo tutti un cristianesimo malato, tumorale, un cristianesimo dove Dio deve dare tutto ad un uomo che vuole rimanere nel suo peccato, nelle sue trasgressioni. Anche l’Eucaristia quest’uomo vuole ricevere, perché non sia fatta più alcuna differenza tra la vera e la falsa fede. Urge che la nostra religione venga sanata, guarita, liberata da questa altissima cecità morale e di verità nella quale è precipitata. Gesù viene non per darci qualcosa, ma per trasformare totalmente la nostra esistenza: da ciechi vuole farci vedenti, da peccatori giusti, da giusti santi, da egoisti caritatevoli.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri discepoli in Gesù.