Che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli

È sempre giusto che ci si chieda: qual è la missione che Gesù ha affidato ai suoi apostoli? Dalla risposta sapremo se noi siamo nella volontà di Gesù, oppure camminiamo secondo il nostro cuore. La prima verità della missione vuole che ogni apostolo divenga vero discepolo di Gesù. Chi è vero discepolo di Gesù? È colui che è perennemente, senza alcuna interruzione, dai pensieri, desideri, cuore, volontà, parola, grazia del Maestro. Come Gesù era discepolo del Padre, sempre cioè da Lui, così dovrà essere l’apostolo: sempre da Cristo e mai da se stesso.

Questo significa che neanche il più piccolo gesto di misericordia, compassione, pietà, nessuna missione, nessuna opera, nessun pensiero deve nascere dal suo cuore. Come in Cristo tutto veniva dal Padre, così nell’apostolo tutto deve venire da Cristo. Per Gesù è inconcepibile che un suo discepolo pensi dal suo cuore, agisca dalla sua volontà, decida dalla sua mente, operi dai suoi pensieri. Tutto invece deve scaturire da Cristo Signore. Si è discepoli quando si diviene purissima obbedienza, santissimo ascolto, immediata esecuzione del comando ricevuto.

È evidente che per giungere a questa perfezione di discepolato è necessario che il discepolo sia rivestito, inondato, colmato di Spirito Santo come lo è stato il suo Maestro. È lo Spirito la comunione perfetta tra il Padre e Cristo. È lo Spirito la comunione piena tra il discepolo e Cristo. Se il discepolo si sgancia dallo Spirito Santo, all’istante si trova sganciato da Gesù Signore. Senza legame nella verità e nella grazia, non si più discepoli. Si cammina per conto proprio. Non si segue più il Maestro anche se si afferma di essere suoi discepoli e lavorare nel suo nome. Non si diviene discepoli in un giorno. Lo si diviene giorno per giorno.

Di diviene discepoli rimanendo attaccati alla vite, essendo suoi tralci. Come il tralcio riceve tutta la linfa vitale dalla vite, così deve essere il discepolo. Deve conservarsi sempre innestato in Cristo per ricevere da Lui la linfa della sua vera vita che è lo Spirito Santo. Se con il peccato si stacca dalla vite, la linfa non giunge più al suo cuore ed è subito la morte. Nella morte non si produce più alcun frutto di bene. Il peccato rompe la comunione con lo Spirito Santo e l’apostolo è solo apostolo di se stesso, ma non certo di Gesù Signore. Rimanere nella Parola di Gesù, nella sua obbedienza è regola eterna per essere anche suoi veri discepoli.

«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli (Gv 15,1-8).

Se il Padre è glorificato se l’apostolo diviene discepolo di Gesù, suo vero discepolo, tralcio della sua vita, è legittimo, anzi è verità celeste affermare che il primo compito dell’apostolo è fare tutto il mondo, tutte le nazioni discepoli di Gesù. Per cui l’apostolo non va nel mondo per predicare una morale nuova, non si reca presso gli uomini per annunziare una via nuova di salvezza, non va neanche per cercare alleanza di pace con chi segue altre vie di salvezza. Lui è mandato per fare ad ogni uomo una sola proposta: vuoi diventare discepolo del mio Maestro? Vuoi divenire assieme a me come vero tralcio della vera vite? Vuoi consacrare a Lui la tua vita perché Lui la riempie di vita eterna? Vuoi essere suo vero corpo, corpo di luce e di grazia, per fare altri discepoli? Se sarai suo discepolo, lui ti ricolmerà di vita e di luce eterna, ti darà il Padre suo come tuo vero Padre e il suo Santo Spirito come tua Guida, tuo Avvocato, tuo Consigliere.

La proposta al discepolato deve essere esplicita. Non può essere implicita. Neanche potrà essere lasciata libera. Se vuoi, puoi essere discepolo. Se non vuoi, basta che osservi una certa moralità e ti salverai ugualmente. Gesù non ha mandato i suoi discepoli perché predichino una morale fuori di Lui e anche una salvezza fuori di Lui. Lui li ha mandati perché arricchiscano la sua vera vite di molti altri tralci. Se non fanno questo, la loro missione è umana e non cristica. È una missione svolta in nome proprio non certo nel nome e nell’interesse di Gesù Signore. La vera salvezza mai potrà essere fuori di Cristo.  Non si può camminare verso la vita eterna fuori della sua vita eterna. È Lui la scala che dovrà condurci fino al cielo. Urge che la Chiesa tutta si appropri della sua verità. La verità della Chiesa è Cristo, è formare Cristo, formando Cristo essa forma se stessa. Se la Chiesa non forma se stessa, ha fallito nella sua missione. È una Chiesa da se stessa, non certo da Cristo Signore. Ma siamo noi discepoli da Cristo Gesù?

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Cristo Gesù.