vangelo del giorno

Chi si umilierà sarà esaltato

20 AGOSTO (Mt 23,1-12)

Il Capitolo 23 del Vangelo secondo Matteo non è scritto di certo solo per rivelare la falsa religione di farisei e dottori del tempo di Gesù, ma anche per tutti gli scribi e i farisei della Chiesa. Infatti anche del Vangelo nuovi scribi e nuovi farisei potrebbero in ogni tempo impadronirsi. È in questo istante che muore la verità e al suo posto subentra il pensiero umano che distrugge e annienta Cristo e la sua croce. Perché questo non avvenga, Gesù dona ai suoi discepoli una regola fondamentale: chiunque è chiamato ad insegnare nella sua Chiesa deve essere imitabile. Se non è imitabile neanche potrà insegnare. L’esemplarità perfetta deve essere a fondamento dell’insegnamento, dell’evangelizzazione, di ogni predicazione del Vangelo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,28-30).

Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica (Gv 13,12-17).

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose (Fil 3,17-21).

Altra verità che merita ogni nostra attenzione. Scribi e farisei non sono imitabili, ma insegnano. Il loro insegnamento va ascoltato. Le loro parole vanno vissute. Chi ascolta e vive si salva. Chi non ascolta e non vive, mai si potrà salvare. La salvezza di chi ascolta non viene dalla santità di chi dice la parola, ma dalla parola che viene messa nel cuore e trasformata in vita. In silenzio si ascolta, in silenzio uno si alza e se ne va. A nessuno è lecito pretendere la santità dello scriba. Ognuno invece è obbligato da Cristo Gesù ad ascoltare e a vivere quanto ascoltato. Lui sarà giudicato se avrà vissuto quanto ascoltato. Giudizi, mormorazioni, litigi, al discepolo di Gesù non sono permessi.

Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

Ai suoi discepoli Gesù chiede di mostrarsi sempre fratelli gli uni con gli altri. Ogni ministero, anche quello altissimo di essere ministri della Parola, amministratori dei misteri di Dio, professori e maestri della sana dottrina, evangelisti e profeti, è solo un servizio del fratello verso il fratello, dell’amico verso l’amico. È un servizio di amore e non una ricerca di esaltazioni e di glorie effimere. Chi ci glorifica è uno solo: il Padre dei cieli. Ma Lui ci glorificherà se noi avremo vissuto con amore ogni suo comando. Suo comando è vivere ogni nostra relazione da veri fratelli dall’ultimo posto.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci umili servi dei fratelli.