Come il Padre mi ha comandato, così io agisco

Gesù vive in un mistero di luce eterna, infinita, divina, umana, terrena. Lui vive nella volontà del Padre, è dalla volontà del Padre. Ogni sua movimento dell’anima, dello spirito, del corpo è tutto finalizzato al compimento della volontà del Padre. La volontà del Padre avvolge Gesù Signore più che l’acqua i pesci che nuotano in essa. Possiamo affermare che Cristo è “la volontà del Padre fattasi storia”. Se qualcuno ama conoscere cosa è la volontà del Padre e come essa va vissuta, è sufficiente che guardi Cristo, lo contempli e lo studi in ogni momento storico.

Se Lui è dal Padre e per il Padre, nessuna realtà creata, non Giuseppe, suo Padre di adozione, non Maria, sua madre per generazione nello Spirito Santo, non gli Apostoli, da lui chiamati, preparati, ammaestrati per essere domani coloro che dovranno portare avanti la sua opera di salvezza, non Angeli del Cielo, non uomini della terra, non diavoli dell’inferno, nessun’altra realtà creata potrà mai impedire che la volontà del Padre si compia in Lui e per Lui. Neanche la croce che è già preparata perché su di essa egli venga inchiodato potrà distogliere Gesù Signore dal suo obbligo e dalla sua eterna ed umana verità.

La croce che è già pronta ha un fine sublime da assolvere. Fino a quel punto Gesù è disposto ad amare il Padre? Fin dove giunge la sua obbedienza? Qual è lo stadio oltre il quale lui mai giungerà? Gesù lo afferma con divina chiarezza: l’amore del Padre per Lui è tutto. Perché l’amore del Padre sia da Lui manifestato, attestato, realizzato in ogni pienezza, Lui è pronto anche a rinunziare alla sua stessa vita fisica, consegnandola al Padre negli indicibili, insopportabili, strazianti dolori del suo corpo e del suo spirito. Se ci fosse il dolore, padre di ogni altro dolore, la sofferenza, madre di ogni altra sofferenza, se tutte le forme di sofferenza già conosciute e quelle ancora ignote si dovessero abbattere tutte sopra di Lui, Lui è pronto a viverle, assumendole con immenso amore, vivendole con immenso amore, offrendole con immenso amore. Anche se tutto l’inferno dovesse passare sul suo corpo, neanche questa sofferenza lo ostacolerebbe. Tutto di sé è del Padre. Nulla di sé è suo. Al Padre dona tutto.

Il mondo non ha alcun potere su Gesù Signore. Lui potrebbe evitare la sofferenza. Si potrebbe rendere invisibile, inafferrabile, non catturabile. Potrebbe anche scendere dalla croce, una volta inchiodato. Lui però deve mostrare al mondo che mai ci si potrà schiodare dall’amore di Dio. Ed è questa la nostra vera croce: inchiodarci alla’amore sino alla fine. Chi si schioda dall’amore attesta di non amare il Padre, ma anche rivela che il mondo, cioè il non amore, ha avuto il sopravvento su di lui. Potrà mai Gesù che è l’Amore Eterno del Padre schiodarsi dalla sua essenza divina che è divenuta anche vera essenza divina nella carne? Schiodarsi dall’amore sarebbe divenuto dal mondo, dal principe di questo mondo e non più dal Padre. Ma se Cristo si fosse schiodato dall’amore, avrebbe attestato al mondo intero che ormai per l’uomo non vi è più alcuna possibilità di poter amare. Se il Dio incarnato si schioda dall’amore, quale mortale si potrà inchiodare? Nessuno. Invece Gesù ci attesta che possiamo nuovamente inchiodarci.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco. Alzatevi, andiamo via di qui» (Gv 14,27-31).

Qual è la pace che Gesù è venuto a dare ai suoi discepoli? Essa è una sola: la capacità, la forza, la grazia, la volontà, il desiderio non solo di inchiodarsi nuovamente all’amore, ma anche di consumare sulla propria croce l’olocausto personale in onore del Signore. Senza la potente grazia che sempre verrà a noi dal corpo di Cristo inchiodato all’amore, nessun uomo potrà inchiodarsi al vero amore, all’amore puro, santo, secondo la volontà di Dio. Si schioderà da esso e si inchioderà ad ogni male, sotto ogni forma: malvagità, stoltezza, insipienza, idolatria, immoralità, corruzione, concupiscenza. Per ogni uomo non vi sono che due scelte: o si lascerà inchiodare alla croce dell’amore, della pace, della gioia, dell’obbedienza di Gesù alla volontà del Padre, o sarà inchiodato alla croce del non amore, che è guerra, odio, contrapposizione, distruzione, violenza. Non vi sono alternative: due sono le croci sulle quali siamo chiamati ad inchiodarci, o quella di Dio o quella del principe di questo mondo. Quella di Dio è la croce della pace, perché è la croce dell’amore. Quella del principe di questo mondo è la croce della guerra e dell’odio. Gesù ha scelto la croce del Padre, dell’amore, della verità. Non solo ci ha insegnato che su questa croce ci si può inchiodare. Ci dona ogni grazia e lo Spirito Santo perché anche noi scegliamo questa croce e su di essa appendiamo tutto di noi. Nasce la vera pace e la gioia.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, inchiodateci sulla croce dell’amore.