Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio
Gesù è il Dio del Cielo e della terra. È il Creatore e il Signore dell’universo. È la via, la verità, la vita. È la sapienza eterna, increata, divina, fattasi carne. Al sommo suo Dio cosa chiede l’uomo? Che dica a suo fratello che divida con lui l’eredità? È questa la nostra piccola, povera, misera meschinità. È dinanzi a noi Colui che con una sola parola può farci vivere senza eredità la sua stessa vita, può trasportarci in una vita nuova, vera, eterna e noi gli chiediamo che vogliamo rimanere nella nostra morte. Lui può farci gustare il Cielo e noi ci ostiniamo a chiedergli che vogliamo rimanere nel nostro inferno umano, fatto di litigi, controversie, divergenze, opposizioni, contrasti, guerre, inimicizie, separazione, mille altre cose che privano la vita della vita, perché la si distoglie dalla verità e la si conduce in una falsità di morte. Gesù è venuto per liberarci da tutte queste strategie di dissolvimento della nostra umana esistenza, e noi gli chiediamo che ci immerga in esse. Triste, veramente triste la nostra preghiera.
Gesù è venuto sulla nostra terra per insegnarci e mostrarci come si vive nel suo Cielo. Nel suo Cielo se uno ti toglie la tunica, tu gli dai anche il mantello. Se ti costringe a fare un miglio, tu ne fai due con lui. Se ti chiede un prestito, non gli volti le spalle. Se ti inchioda su una mano, tu gli doni l’altra e se ti crocifigge su due mani, tu gli dai anche i piedi. Nel suo cielo se uno ti insulta ti gli rispondi pregando per lui, chiedendo al Signore che gli dia la gioia della conversione e della salvezza. Se ti si dichiara suo nemico, questo è un motivo in più perché tu lo ami e lo serva con tutto il tuo cuore. Anche e soprattutto per quelli che si dichiarano tuoi nemici, nel cielo li ami come te stesso. Se poi vuoi salire ancora un poi più in alto nella vita di Cielo, allora prende tutti i peccati dell’umanità, ti presenti dinanzi al Signore e chiedi di volerli espiare tutti per essi. Questa è la vita che si vive nel Cielo e questa vita Gesù è venuto a mostrarti. Te la mostra perché tu ti innamori di essa e gli chieda cosa fare per imitarlo, volendola vivere per tutti i giorni che rimarrai sulla terra, in modo che la tua abitazione nei cieli eterni sia perfetta.
Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta (Lc 12,13-31)
Fare di Gesù un maestro di terra per la terra è svilire la sua professione. Oggi lo si sta costringendo ad essere un maestro di peccato a servizio del peccato. Questo è diabolico. Non solo di Gesù, ma anche dei suoi ministri si vuole fare dei maestri di terra per la terra, mentre essi da Gesù sono stati costituiti maestri del Cielo per il cielo. Mentre Gesù ci rivela che se noi entriamo nel suo Cielo oggi, cerchiamo il suo Cielo, professiamo di essere il suo Cielo, il Padre nostro celeste si prenderà cura di noi e ci darà ogni cosa in aggiunta, in sovrappiù, noi ci ostiniamo a pensare che dobbiamo essere maestri della terra per la terra. Con quali risultati? Il Padre nostro celeste non si può occupare né di noi né dei nostri allievi ed è la disperazione per noi e per gli allievi. Per noi perché non abbiamo abbastanza sostanze materiali da offrire. Per gli allievi perché si sentono poco amati, poco aiutati, poco serviti. Se noi curiamo a Dio anima e spirito, il Signore per tutti i nostri allievi provvederà Lui di persona. Se invece provvediamo noi per il loro corpo, trascurando la loro anima e il loro spirito, il Signore ci abbandonerà a noi stessi ed è per noi la delusione grande. Vedremo una umanità come pecore senza pastore e vedremo noi come pastori senza alcuna pecora da poter consegnare al Signore nostro Dio in Cristo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri maestri di Cielo per il Cielo.