Così neanche voi siete capaci di comprendere?

Gesù vuole che nessuno sacrifici la mente alla religione, perché tra mente e religione mai vi potrà essere contrasto, opposizione, divergenza. Se vi è contrasto o non funziona la mente o non funziona la religione. Chi conosce l’Antico Testamento sa che l’invito a superare il visibile e l’acquisito religioso è perenne. Nessuno deve ritenersi soddisfatto del presente religioso. Dio è mistero eterno ed esso mai si finisce di esplorare. Anche Gesù avverte i suoi che il tempo dell’apprendimento della verità non termina con Lui. Verrà lo Spirito Santo e condurrà i credenti a tutta la verità. Non li condurrà in una sola volta, ma giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.

Quando ci si ferma sull’acquisito si è nella morte, perché non ci si ricorda che l’acquisito è frutto di una continua ricerca e di una perenne rivelazione e soprattutto che l’acquisito spesso è anche trascinato dal peccato nelle tenebre e nell’oscurità di una falsità che non conosce limiti. Chi è allora il cristiano? È colui che sempre deve aggiornare l’acquisito, se non può aggiornarlo negli altri, è obbligo che lo aggiorni in se stesso, nella sua vita. È questo un obbligo che mai verrà meno e che nessuno potrà abrogare, dichiarare nullo, abolire dalla religione.

Il male di ogni religione è la sua fossilizzazione, la sua chiusura in un passato che non vive più, la sua incapacità di aggiornarsi, la sua insensibilità al nuovo. Eppure il vero Dio è stato sempre colui che ha chiesto al suo popolo di non guardare al passato. Lui è il Dio del presente, è il Dio che viene per fare nuove tutte le cose. Quelle di ieri non sono nulla riguardo alle cose di oggi. Questa è la straordinaria bellezza del nostro Dio e della religione che professiamo. Ma per fare nuove tutte le cose il Signore si serve della nostra mente, del nostro cuore, della nostra intelligenza. Ci chiede però si lasciarci sempre illuminare dalla sua luce eterna e divina.

Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».

Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo» (Mc 7,1-23).

Gesù è come deluso dei suoi discepoli. Avrebbero dovuto comprendere all’istante. Anche di noi Gesù è deluso. Spesso facciamo passare secoli prima di comprendere una sua verità semplice, elementare, basilare. L’intelligenza va curata, la mente va istruita, il cuore va purificato, l’anima va santificata. Come? Chiedendo allo Spirito Santo che venga e ci faccia da Guida, Luce, Maestro, Conduttore nella divina verità. La fede ha bisogno della nostra mente e del nostro cuore. Un atteggiamento passivo della mente e del cuore è inconcepibile per la religione. Dove la mente e il cuore non partecipano, siamo servitori di una religione morta, perché noi la serviamo da morti e non le garantiamo alcuna vita. La mente e il cuore invece sempre risuscitano la fede e risuscitando la fede anche la religione viene rimessa in vita. Questo lavorio della mente deve essere ininterrotto. Qualsiasi religione usata senza mente dichiara questa religione strumento di morte e non di vita, perché uccide la mente e il cuore di chi la pratica.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci una mente santa, vera sempre.