vangelo del giorno

Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere

9 GIUGNO (Mc 12,38-44)

L’uso della religione e del culto per fini strettamente personali è sommamente riprovato dal Signore. È preferibile il non culto che il culto per un più grande nostro beneficio. Il servizio verso Dio deve essere sempre avvolto dalla più grande gratuità, disinteresse.

Ora i figli di Eli erano uomini perversi; non riconoscevano il Signore né le usanze dei sacerdoti nei confronti del popolo. Quando uno offriva il sacrificio, veniva il servo del sacerdote, mentre la carne cuoceva, con in mano una forcella a tre denti, e la infilava nella pentola o nella marmitta o nel tegame o nella caldaia, e tutto ciò che la forcella tirava su il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con tutti gli Israeliti che venivano là a Silo. Inoltre, prima che fosse bruciato il grasso, veniva ancora il servo del sacerdote e diceva a chi offriva il sacrificio: «Dammi la carne da arrostire per il sacerdote, perché non vuole avere da te carne cotta, ma cruda». Se quegli rispondeva: «Si bruci prima il grasso, poi prenderai quanto vorrai!», replicava: «No, me la devi dare ora, altrimenti la prenderò con la forza». Il peccato di quei servitori era molto grande davanti al Signore, perché disonoravano l’offerta del Signore. Eli era molto vecchio e sentiva quanto i suoi figli facevano a tutto Israele e come essi giacevano con donne che prestavano servizio all’ingresso della tenda del convegno. Perciò disse loro: «Perché fate tali cose? Io infatti sento che tutto il popolo parla delle vostre azioni cattive! No, figli, non è bene ciò che io odo di voi, che cioè sviate il popolo del Signore. Se un uomo pecca contro un altro uomo, Dio potrà intervenire in suo favore, ma se l’uomo pecca contro il Signore, chi potrà intercedere per lui?». Ma non ascoltarono la voce del padre, perché il Signore aveva deciso di farli morire. Un giorno venne un uomo di Dio da Eli e gli disse: «Così dice il Signore: Chi mi onorerà anch’io l’onorerò, chi mi disprezzerà sarà oggetto di disprezzo. Ecco, verranno giorni in cui io troncherò il tuo braccio e il braccio della casa di tuo padre, sì che non vi sia più un anziano nella tua casa. Sarà per te un segno quello che avverrà ai tuoi due figli, a Ofni e Fineès: nello stesso giorno moriranno tutti e due. Dopo, farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele, che agirà secondo il mio cuore e il mio animo. Io gli darò una casa stabile e camminerà davanti al mio consacrato, per sempre» (Cfr. 1Sam 2,12-36).

Gli scribi invece si servivano del culto non per innalzare una più grande gloria al Signore, ma per ricevere onore, stima, vanto, esaltazione da parte di quanti osservavano il loro comportamento. Dio da loro veniva calpestato, disprezzato, vilipeso perché una più grande gloria avvolgesse la loro persona. Di questo essi vivevano.
Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

La Scrittura Santa chiedeva ad ogni Israelita di presentarsi dinanzi al Signore con doni proporzionati alla benedizione che Dio aveva loro elargito. Tobi applica questa regola anche all’elemosina e non semplicemente per il culto. La legge che vale per il culto verso Dio, vale anche per il culto verso l’uomo. Si ama Dio e l’uomo allo stesso modo.

Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che egli avrà scelto: nella festa degli Azzimi, nella festa delle Settimane e nella festa delle Capanne. Nessuno si presenterà davanti al Signore a mani vuote, ma il dono di ciascuno sarà in misura della benedizione che il Signore, tuo Dio, ti avrà dato. (Dt 16,16-17). Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo. In proporzione a quanto possiedi fa’ elemosina, secondo le tue disponibilità; se hai poco, non esitare a fare elemosina secondo quel poco. Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l’elemosina libera dalla morte e impedisce di entrare nelle tenebre. Infatti per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo. (Tb 4,5-11).

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero culto.