E chi è mio prossimo?

Prossimo è ogni uomo. Ogni uomo va amato come ognuno ama se stesso. Gesù porta a compimento anche questo comandamento: “Come io ho amato voi, così voi amate gli uni gli altri”. Come ci ha amato Gesù? Lavando la nostra anima con il suo sangue, nutrendola con la sua carne, dissetandola con il suo sangue, rigenerandoci con il suo Santo Spirito, elevandoci alla dignità, in Lui, di veri figli di Dio, facendoci partecipi della divina natura. Lui si è annientato, si è fatto sacrificio, olocausto, offerta gradita a Dio per la nostra salvezza eterna.

Se Cristo ci ha amato così, perché oggi si è ridotto il comandamento che vuole che si ami il prossimo come se stessi, ad una questione di cibo, bevanda, vestito, tetto, denaro, solo aiuto per il corpo, per la terra? Perché l’anima, lo spirito, la salvezza, la redenzione sono quasi assenti nel nostro insegnamento di questo Comandamento? Anzi perché il Primo Comandamento è stato cancellato, dal momento che è il Primo che dona forza al Secondo? Tutti sappiamo che appena ci si allontana dal Primo viene ignorato anche il Secondo.

Chi perde per sé la verità dell’anima e dello spirito, chi non ha più un anima da salvare, redimere, uno spirito da portare nella sapienza e nella luce del Vangelo, mai potrà pensare che altri abbiamo anima e spirito. Insegnando oggi moltissimi figli della Chiesa che la salvezza eterna è un dono che Dio dona a tutti, anzi sostenendo che l’inferno è vuoto, a che serve preoccuparsi dell’anima? Il suo futuro è assicurato. L’unica cosa di cui occuparsi è il corpo. Tutti dimentichiamo che il dottore della Legge proprio questo chiese a Gesù: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna”. Se la vita eterna è da ereditare, essa non è già donata.

Altra verità da non dimenticare vuole che i Comandamenti siano essenza dell’alleanza. Non vi è alleanza se non nell’osservanza dei Comandamenti. La vita eterna è la promessa fatta a chi osserva l’alleanza. Per cui se uno vuole la vita eterna, necessariamente deve osservare questi due Comandamenti. Insegnare la legge dell’alleanza, mostrare come essa si vive, osservare alla perfezione i Comandamenti del Signore, anche questo è amare il prossimo come se stessi. Urge ritornare alla purissima verità di questi due Comandamenti. È più che urgente inserire nella categoria di prossimo: anima, spirito, corpo. Ridurre l’amore al solo corpo è tradimento della Legge del Signore, forte travisamento di essa, allucinante falsa interpretazione.

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10,25-37).

Il povero materiale non è il solo prossimo da amare. C’è il povero spirituale, che è privo di ogni elementare conoscenza di Dio e della sua Parola. Vi è poi il morto nell’anima che va risuscitato. Altra verità della legge dell’amore vuole che ognuno ami il prossimo suo secondo quella particolare grazia, o dono, o carisma che lo Spirito Santo gli ha dato. Altro è l’amore di un presbitero e altro è l’amore di un non presbitero e altro ancora è l’amore di un diacono. Evangelista, Maestro, Dottore, Apostolo, Professore. Tutti devono amare, ma ognuno amerà secondo il suo ministero e il suo carisma. Così dicasi in ogni altro ambito della vita sociale, politica, lavorativa, scientifica, tecnologica, ludica. Le modalità dell’amore sono infinite. Una cosa che mai si deve dimenticare è invece la natura dell’uomo, che non sé solo corpo, è anche anima e spirito. Curare un corpo ammalato è lodevole, ma ancora più lodevole è risuscitare un’anima morta alla grazia di Dio. Con un corpo ammalato si raggiunge il Paradiso, con un’anima morta alla grazia si finisce all’inferno. Poiché nell’inferno oggi non crede più nessuno, è finito anche il tempo e lo slancio per amare l’anima e lo spirito. Si ama l’uomo come si rispetta un animale e spesso neanche. Materia è l’animale e materia è l’uomo. Misera uguaglianza!

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero amore per l’uomo.