È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore
È verità. Con il suo peccato l’uomo si è fatto morte – per intenderci: si è fatto nemico dell’altro, omicida, invidioso, lussurioso, violento, prepotente, vendicativo, prevaricatore, superbo, arrogante, stolto, insipiente, idolatria. Si è fatto oggi bomba atomica distruttrice dell’intera umanità, si è fatto missile, sottomarino, aereo supersonico, potenza incalcolabile di male, drone. Si è fatto anche spia satellitare al fine di conoscere tutti i segreti degli altri e individuare i luoghi dove poter colpire in modo efficace, rapido, senza danni. Si è anche fatto oggi dalla natura mutevole, utero in affitto, manipolatore dell’origine e della fine della propria vita. Si è fatto tante altre cose e tante altre ancora si farà – dalla morte mai potrà ritornare in vita. Lui è morte e costruttore, datore, creatore di infinite morti. I suoi frutti sono questi. Non possono essere altri.
Dio però nella sua infinita misericordia, dallo stesso giorno in cui l’uomo è divenuto morte, gli è andato incontro e gli ha fatto una promessa. Io ti salverò, ti riporterò in vita. Ti darò ciò che tu hai perso. Come però nella morte è precipitato per non aver creduto nella Parola del suo Dio – “Se ne mangi, muori” – così per passare dalla morte alla vita, è necessaria ancora una volta la fede. L’uomo deve credere che solo facendo quello che gli dirà il suo Dio e Signore potrà ritornare nella vita, lasciando le sue molteplici e sempre più aggiornate vie di morte. Ora il tempo si è compiuto. Dio ha deciso di attuare tutte le sue promesse di vita. Manda un suo Angelo a recare questo lieto annunzio a dei pastori, semplici, umili, che stanno condividendo la vita con i loro greggi. L’annunzio è fatto senza alcuna enfasi: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». Il vostro Salvatore è nato. Questo Salvatore ha un nome: Cristo Signore. È nato nella città di Davide. Giace in una mangiatoia, avvolto in fasce.
All’uomo è chiesto di svuotarsi la mente, annullarsi nei pensieri, dimenticare la sua razionalità. Chi è il Salvatore del mondo? Colui che non possiede neanche una casa per nascere. Colui per il quale non c’è neanche posto nell’albergo. Questo annunzio è ancora in qualche modo accettabile per dei pastori. Cosa sarebbe avvenuto se l’Angelo del Signore avesse mandati i pastori sul Golgota a contemplare un Crocifisso. Veramente la mente dell’uomo si deve svuotare, se vuole pervenire alla fede. La fede è questa: accogli la Parola, ti salvi, ritorni in vita, divieni nuovamente uomo. Rifiuti la Parola, rimani nella tua morte. Camminerai però di morte in morte, perché la vita te la dona solo questo Bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Solo Lui il Signore ha stabilito come salvezza dell’umanità. Non solo ha stabilito la fede nella sua Persona, ma anche ha stabilito che ogni sua Parola sia per l’uomo parola di vita. Vuoi la vita, uomo? Deve credere che ogni Parola di Gesù ti fa abbandonare la tua via di morte. Vuoi rimanere nella morte, è sufficiente che tu non creda nella sua Parola.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo (Lc 2,8-21).
Il Creatore dell’uomo ha deciso. Se l’uomo vuole essere nuovamente fatto uomo deve lasciarsi rifare da questo Bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia, affisso su un Croce, licenziato da questo mondo e bandito da esso come malfattore. Dice San Paolo come “Maledetto”. L’uomo non ha creduto nella Parola di Dio. Ora Dio gli chiede per ritornare in vita di credere nella Parola di quest’uomo. Gli chiede questo grande segno di umiltà. Dovrà abbandonare i suoi teologi, filosofi, scienziati. La parola della vita è solo di quest’uomo. Ascolti, credi, entri nella vita. Ma quanta responsabilità in chi deve dire questa Parola!
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede nella Parola di Gesù.