Eccetto il caso di unione illegittima

La Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, con vera saggezza di Spirito Santo, ha sottratto, ad ogni singolo Vescovo e Presbitero, la potestà di giudizio sulla validità o invalidità, efficacia o nullità, legittimità o illegittimità, di ogni matrimonio, riservandola a dei Tribunali preposti per tale discernimento. Nell’ultima modifica della normativa sulle cause matrimoniali, la potestà è stata conferita anche ad ogni singolo Vescovo, il quale può emanare personalmente, secondo procedure da osservare, vere sentenze di nullità sui matrimoni canonicamente celebrati.

Chi deve decidere se una unione è illegittima, invalida, nulla al momento della sua celebrazione canonica non sono i coniugi. Essi sono obbligati a sottoporsi al giudizio della Chiesa. La Chiesa oggi emette il suo giudizio o per la via episcopale o per la via del tribunale. Ma è sempre la Chiesa che deve decidere per quale via giungere all’emanazione della sentenza o del giudizio. Vescovi e uomini incaricati del giudizio si dovranno assumere dinanzi a Dio, per l’eternità, la responsabilità di una sentenza secondo verità accertata. Spetta alla loro sapienza, accortezza, libertà di cuore e di mente, evitare di cadere nelle trappole dell’inganno, della menzogna, della falsità, della superficialità, della compera e della vendita di una sentenza. Il loro discernimento dovrà essere solo il frutto di una indagine rigorosa per l’accertamento della verità storica.

Un giudice che dovesse lasciarsi corrompere, è responsabile dinanzi a Dio della vendita della verità storica. Tutti i peccati di adulterio commessi in seguito alla sua sentenza ricadranno su di lui. Sapeva della unione legittima e l’ha dichiarata illegittima. Tutto un giudice può vendersi, mai la sua coscienza, mai la sua eternità. Il rigore di indagine è obbligatorio. Se poi le indagini vengono pilotate ad arte con menzogne e inganni, non dipendenti dalla sua scienza, coscienza, sapienza, abilità ed esperienza nel discernimento, la responsabilità ricade tutta su quanti hanno falsificato la storia. Il peccato mai viene cancellato da una sentenza ingiusta. Mai un pronunciamento del tribunale rende lecito ciò che è illecito, legittimo ciò che è illegittimo, nullo ciò che è valido, morale ciò che è immorale. La sentenza non modifica la verità in sé. Essa deve essere dichiarazione della verità storica, dei fatti accertati. Storicamente è così.

Il pensiero di Gesù è divinamente chiaro. Un matrimonio celebrato con unione legittima, è sempre legittimo e mai potrà essere sciolto. Se esso viene sciolto – anticamente questa facoltà era data solo all’uomo – l’uomo che lo scioglie espone la propria moglie all’adulterio. Non solo la moglie ripudiata, se si sposa, commette adulterio, ma anche chi la sposa commette adulterio. Lei è donna di un altro e non potrà mai più appartenere a nessun altro uomo. Ma anche chi ripudia, si macchia di peccato di adulterio se sposa un’altra donna. Lui è della donna ripudiata e di nessun’altra. Hanno formato i due un solo corpo e un solo corpo rimangono fino al momento della morte. Solo la morte potrà sciogliere un vincolo legittimo. Le parole pronunciate da Gesù in altri contesti, ci rivelano che nessun uomo – né papa, né vescovo, né presbitero, né diacono, né cresimato, né battezzato, né tribunali, né altre istituzioni – potrà mai dividere ciò che Dio ha congiunto: “Non divida l’uomo ciò che Dio ha creato in unità”. Questo significa che neanche la Chiesa e nessuno dei suoi figli ha questa potestà. Essa deve solo constatare se l’unione è legittima o illegittima, valida o invalida, efficace o nulla. Altri poteri non le sono stati dati.

Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio (Mt 5,31-32).

Oggi si sta insinuando nel cuore e nella mente di molti che tutto è dalla volontà della Chiesa. In materia di matrimonio nulla è dalla Chiesa, perché il matrimonio appartiene solo alla volontà di Dio. Neanche qualcosa è dalla volontà di Cristo Gesù, perché tutto è dalla volontà del Padre. Ora il Padre ha fatto l’uomo maschio e femmina per formare insieme un solo corpo dal quale nasce la nuova vita sulla terra. Questa volontà di Dio va osservata con diligenza e amore. Vivono falsamente l’unione quanti potendo dare a Dio delle nuove vite si chiudono nel loro egoismo e vivono nella sterilità la loro unione. La sterilità voluta, programmata non è secondo Dio. Neanche è rispetto della volontà di Dio fare del matrimonio una cosa secondaria, anteponendo ad esso ogni altra cosa – carriera ed altro – mentre esso è la prima vocazione e missione di ogni uomo, ogni donna. Non è matrimonio secondo Dio quello celebrato a quarant’anni perché oggi la società del benessere impone ritmi di vita artificiali e disumani. Una società degna di tale nome, deve porre il matrimonio e il dono della vita al primo posto del suo essere e del suo esistere. Mentre oggi si constata che il matrimonio è stato collocato all’ultimo posto. Non solo. Lo ha anche “minato” con la legge del divorzio e dell’aborto. Aberrazione madre di ogni aberrazione ha dichiarato matrimonio anche l’unione immorale, perché contro ogni legge di Dio, tra due sessi uguali, maschile con maschile e femminile con femminile. La società così decidendo, ha sanzionato la sua condanna a morte. Essa sparirà per sterilità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, date agli uomini la verità del matrimonio.