Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?

 

La coerenza dell’uomo di peccato dura finché dura la sua convenienza di peccato. Quando cambia la convenienza di peccato, cambia anche la sua coerenza. La storia registra ogni parola e quando domani ci presenteremo al cospetto del nostro Dio per il giudizio, renderemo a Lui contro di ogni parola, decisione, parere, consiglio presi guidati dal nostro essere coerenti, ma solo all’ingiustizia, all’iniquità, alla falsità, alla menzogna. L’uomo giusto, vero, puro, amante del bene e della luce, è sempre coerente alla luce, alla verità, alla giustizia. L’uomo ingiusto, cattivo, malvagio, iniquo, sempre sarà coerente alla sua ingiustizia, cattiveria, malvagità, iniquità. Se si vuole che l’uomo cattivo sia coerente con la bontà, la verità, la luce, lo si deve cambiare nella natura. Chi cambia la natura di un uomo è solo Cristo, per il suo Santo Spirito, per la mediazione ministeriale della Chiesa. I Giudei hanno rinnegato ogni testimonianza offerta da Gesù sulla sua origine dal Padre. Non si tratta della sua generazione eterna dal Padre, ma della potenza dei segni e dei miracoli da lui compiuti, la cui origine può essere solo la divina onnipotenza. Essi hanno sostenuto la non bontà della testimonianza, perché nessuno può rendere testimonianza su se stesso. Gesù sempre ha risposto che non è Lui che rende testimonianza a se stesso, ma sono le sue opere e la Scrittura. Basta confrontare le profezie con le opere da Lui compiute e si vedrà che ogni Parola di Dio si sta compiendo in Lui. Siamo nella casa del sommo sacerdote Caifa. Sono in essa riuniti scribi e anziani. Si ascoltano molti testimoni. Poiché nessuna loro parola si accorda con le altre, non vi è alcun possibilità legale di poter condannare Gesù. Il sommo sacerdote pone a Gesù una domanda. Gesù risponde attestando ciò che Lui realmente era, è e sarà, e subito viene accusato di bestemmia. Se prima la testimonianza di Gesù su se stesso non era valida per attestare la verità, perché ora lo è per essere accusato di bestemmia? Prima al peccato serviva negare il valore della testimonianza per accusare Gesù e condannarlo. Ora al peccato la parola di Gesù serve per poterlo accusare di bestemmia e la si dichiara valida. Ecco la coerenza dell’uomo ostile alla verità. Lui sempre si serve di ogni cosa per raggiungere il suo fine di male. Serve negare una cosa? Subito la nega. Serve affermare il contrario? Subito lo afferma. Perché lo nega e perché lo afferma? Perché sia l’affermazione che la negazione servono al suo peccato. Sempre nel cuore dell’empio parla il peccato. Lui è a servizio del peccato. Questa la sua coerenza. Questa la sua natura.

Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».  Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?» (Mt 26,57-68).

Che nella casa del sommo sacerdote regni il peccato, lo rivela quanto segue subito dopo la sentenza di morte proferita da tutti i presenti. Noi sappiamo che Caino, il primo omicida della storia, non perse la sua dignità di uomo dinanzi al Signore. Dio gli pose un segno sulla fronte, perché nessuno lo uccidesse. A Gesù invece per aver testimoniato la sua verità, senza che Lui abbia mai fatto del male ad alcuno, anzi ha ricoperto tutti di grandissimo bene, è stata tolta ogni dignità. La dignità di un uomo mai sarà tolta da Dio. Neanche ai dannati Dio toglie la loro dignità. Sappiamo che i figli adottivi di Dio che si dannano, rimangono in eterno figli di Dio, ma dannati. Anche i cresimati rimarranno in eterno testimoni di Cristo, ma dannati. Anche i diaconi, i presbiteri, i vescovi rimarranno nella loro configurazione speciale a Cristo, ma dannati. Anche i papi conserveranno la loro dignità di papi, ma dannati. La pena ad una persona va inflitta con regolare sentenza da chi è posto all’amministrazione della giustizia. Non può il singolo arbitrariamente trattare male una persona, neanche con una parola meno cortese. Ma di queste ingiustizie l’umanità si nutre. Ma anche questa è la coerenza del peccato al peccato. Poiché il peccato non conosce la verità dell’uomo, lo tratta come una cosa. Gesù è trattato come una cosa, perché quanti sono nella casa obbediscono solo alla legge del peccato che è nel loro cuore e domina ogni loro pensiero. Chi vuole trattare con dignità l’uomo, secondo divina verità, e non secondo convenienza di peccato, è obbligato a passare dal peccato alla grazia, dalle tenebre alla luce, dall’ingiustizia alla giustizia, dalla carne allo Spirito Santo. È obbligo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci passare dalle tenebre alla luce per rispettare ogni uomo.