Giudicate con giusto giudizio!

Gesù chiede ai Giudei, e per essi ad ogni altro uomo, di giudicare con giusto giudizio. Domanda: il giusto giudizio appartiene alla volontà o alla natura? Se il giusto giudizio appartenesse alla sola volontà tutti potrebbero giudicare ogni cosa con giusto giudizio. Poiché la volontà è parte della natura dell’uomo, il giusto giudizio appartiene alla natura. Se la natura è corrotta, cattiva, malvagia, stolta, insipiente, superba, invidiosa, concupiscente, invecchiata nel male, mai vi potrà essere il giusto giudizio. Le parole di Gesù ai farisei sono chiare: “Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato” (Mt 12,33-37). Questa stessa verità è parte essenziale del Discorso della Montagna: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano! Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete” (Mt 7,13-20). La volontà mai potrà agire come parte a se stante. Anche la volontà è natura dell’uomo. Se l’anima è corrotta, anche spirito e corpo sono corrotti, pensieri, desideri, volontà, cuore sono corrotti. La persona è una e così la natura.

Cosa è necessario allora perché si possa giudicare con giusto giudizio? Prima di ogni cosa che si tema il Signore e si viva nei suoi Comandamenti. Così insegna il Siracide, quando parla del giusto giudizio nei consigli: “Ogni consigliere esalta il consiglio che dà, ma c’è chi consiglia a proprio vantaggio. Guàrdati da chi vuole darti consiglio e prima infórmati quali siano le sue necessità: egli infatti darà consigli a suo vantaggio; perché non abbia a gettare un laccio su di te e ti dica: «La tua via è buona», ma poi si tenga in disparte per vedere quel che ti succede. Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco e nascondi le tue intenzioni a quanti ti invidiano. Non consigliarti con una donna sulla sua rivale e con un pauroso sulla guerra, con un mercante sul commercio e con un compratore sulla vendita, con un invidioso sulla riconoscenza e con uno spietato sulla bontà di cuore, con un pigro su una iniziativa qualsiasi e con un salariato sul raccolto, con uno schiavo pigro su un lavoro importante. Non dipendere da costoro per nessun consiglio. Frequenta invece un uomo giusto, di cui sai che osserva i comandamenti e ha un animo simile al tuo, perché se tu cadi, egli saprà compatirti. Attieniti al consiglio del tuo cuore, perché nessuno ti è più fedele. Infatti la coscienza di un uomo talvolta suole avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. Per tutte queste cose invoca l’Altissimo, perché guidi la tua via secondo verità” (Sir 37.7-15). Se la natura non è nei Comandamenti, tutto è sfasato nell’uomo: cuore, mente, pensieri, desideri, volontà. Anche un consiglio è dato non con giusto giudizio. Per questo ai consiglieri è chiesto il timore di Dio e la piena osservanza della Parola.

Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!» (GV 7,14-24).

Quando una persona si pone fuori dei Comandamenti – per noi discepoli di Gesù: fuori del Discorso della Montagna – mai si potrà giudicare con giusto giudizio. Manca la natura buona. L’albero è cattivo e i suoi frutti saranno tutti cattivi. Siamo tutti avvisati. Se il discepolo di Gesù vuole parlare sempre con giusto giudizio, cioè secondo verità celeste, deve vivere tutto il Discorso della Montagna. Si pone fuori di esso, anche in una sola sua parola, non potrà più giudicare con giusto giudizio. Prima è necessario che l’albero diventi tutto buono e poi potrà parlare con lingua perfetta. Albero imperfetto, lingua imperfetta, giudizi falsi o imperfetti.

Vergine Maria, Donna purissima, Angeli, Santi, rivestiteci della vostra luce di verità e grazia.