Grande è la vostra ricompensa nei cieli

Sul monte Gesù non proclama una nuova legge. Presenta otto modalità del nuovo essere che nascerà da acqua e da Spirito Santo. Poi nelle restanti parole rivela come vivrà questo nuovo essere e quale sarà la sua vita quotidiana. Il nuovo essere che lui creerà nel suo Santo Spirito sarà povero in spirito. Saprà stare nel pianto. Sarà mite. Avrà fame e sete di giustizia. Sarà misericordioso e puro di cuore. Sarà operatore di pace e perseguitato per la giustizia. Sarà beato quando lo insulteranno per il nome di Cristo Gesù. Questo nuovo essere non nasce da carne e da sangue, non viene dalla terra. È vera seconda nascita, come insegna Gesù a Nicodemo. Creare questo nuovo uomo è missione dei discepoli di Gesù.

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». (Gv 3,1-8). Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,16-20).

Se il fine della missione di Gesù è la creazione di questo “nuovo essere”, perché oggi i suoi discepoli dicono che tra battezzati e non battezzati non vi è alcuna differenza? Perché sostengono che è la stessa cosa? Se questa nuova nascita può avvenire solo nel suo Santo Spirito, perché sempre i suoi discepoli dicono, asseriscono, affermano che tutti gli altri fondatori di religione sono maestri che guidano l’uomo verso Dio? Possono anche guidarlo verso Dio. Una cosa è guidare un “uomo nuovo”, un povero in spirito e altra cosa è guidare un disperato. Una cosa è portare a Dio un perseguitato per la giustizia e ben altra cosa è portare uno che taglia gole alle persone nel nome del Dio verso il quale esso viene portato. Per ogni affermazione che il discepolo di Gesù proclama, deve anche poi accogliere le conseguenze. Se lui dice che tagliare le gole e lasciarsele tagliare per Gesù Signore è la stessa cosa, allora i tagliatori di gola vanno esaltati, benedetti, osannati. Camminano verso il loro Dio che poi gli stessi discepoli di Gesù dicono che è il nostro stesso Dio. Perché allora lamentarsi? Invece Cristo Gesù è la differenza e l’uomo da Lui creato è differente da ogni altro uomo. Questa verità va gridata. In più vi è un comando ben preciso di Cristo. La predicazione del Vangelo non è facoltativa. Essa è obbligatoria, come è obbligatorio il battesimo per quanti vogliono divenire “uomini nuovi”, cioè poveri in spirito, miti, operatori di pace, misericordiosi, puri di cuore.

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi (Mt 5,1-12).

Nulla è più stolto al mondo di un cristiano stolto e nulla è più insipido sulla terra di un cristiano che ha perso il suo sapore. Nulla è più tenebroso di un discepolo di Gesù che dalla luce è ritornato nelle tenebre. Gesù dice che la sua condizione è divenuta peggiore di quella di prima: “Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia» (Mt 12,43-45). Sono parole che pesano e che vanno seriamente meditate. Il Vangelo non è parola vana. Esso è parola che rimane stabile in eterno.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di fede forte nella Parola di Gesù.