Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?

È obbligo di ogni vero adoratore di Gesù guardarsi dai falsi profeti. Si potrà guardare, se li conosce. Gesù dona una regola infallibile per distinguere il vero profeta dal falso: chi osserva i Comandamenti, cammina nella sua Parola, produce frutti di Parola, mai sarà un falso profeta.

Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete (Mt 7,15-20).

Oggi dobbiamo confessare che il cristiano è divenuto tutto stolto, interamente insipiente, privo di qualsiasi discernimento. Esso è giunto fino ad adorare la bestia e ad essere preso di ammirazione per essa. La bestia disprezza e odia Cristo, commette peccati di orrendo sacrilegio contro l’Eucaristia, che è il bene più prezioso per il cristiano, che è la fonte eterna della sua vita e il cristiano cosa fa? Dona il voto alla bestia, scegliendola come suo Salvatore, Redentore, Dio, Padre della sua vita e del suo futuro. C’è stoltezza più grande? C’è insipienza che possa paragonarsi a questa? Il tradimento di Giuda è una inezia in rapporto al tradimento che il cristiano sta operando nei confronti di Gesù Signore. Tutti i beni di questo mondo non valgono una sola Eucaristia. Tutte le ricchezze della terra non valgono una sola Parola di Gesù Signore. È tristezza amara constatare che il cristiano sia passato ad adorare la bestia!

E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e il suo grande potere. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. Allora la terra intera, presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia, e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?». Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. Le fu concesso di fare guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. La adoreranno tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita dell’Agnello, immolato fin dalla fondazione del mondo. Chi ha orecchi, ascolti: Colui che deve andare in prigionia, vada in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada, di spada sia ucciso. In questo sta la perseveranza e la fede dei santi. E vidi salire dalla terra un’altra bestia che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, ma parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. Opera grandi prodigi, fino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le fu concesso di compiere in presenza della bestia, seduce gli abitanti della terra, dicendo loro di erigere una statua alla bestia, che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. E le fu anche concesso di animare la statua della bestia, in modo che quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non avessero adorato la statua della bestia. Essa fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è seicentosessantasei (Ap 13,1-18).

Gesù mette oggi scribi, capi dei sacerdoti, anziani del popolo dinanzi alla loro altissima responsabilità. Essi sono chiamati ad essere luce per i figli d’Israele: luce di verità, sapienza, discernimento, intelligenza nelle cose di Dio. Cosa dichiarano di essi stessi? Di non essere capaci di un misero, piccolo discernimento: dire se Giovanni è vero o falso profeta.

Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato questa autorità». E Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda. Ditemi: il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?». Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta». Risposero quindi di non saperlo. E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose» (Lc 20,1-8).

Essi attestano che la loro luce si è trasformata in tenebra. Il popolo del Signore è senza luce.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che mai la nostra luce sia tenebra.