Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno

Possiamo modificare la frase: “Stat Crux dum volvitur orbis” con “Stat Verbum et Sermo Christi dum volvitur orbis”. Passa il mondo, passano gli uomini, passano i loro pensieri, passano le loro filosofie, passano anche le teologie e le ascetiche, passa ogni scienza. Cosa rimane in eterno? La Parola e il Discorso di Cristo Gesù. Il sole e la terra un giorno smetteranno di brillare nei cieli, la Parola e il Discorso di Cristo Gesù rimane. Per l’eternità sia i dannati dell’inferno che i beati del cielo confesseranno la verità di ogni Parola che è uscita dalla bocca di Cristo Gesù. I dannati per flagellarsi con il fuoco per non aver creduto. I beati invece per benedire in eterno la grazia della fede loro data e accolta nello Spirito Santo. Non possiamo noi finire nella dannazione eterna per sapere che la Parola di Gesù è purissima verità. Sarebbe troppo tardi per noi. Ci tormenteremmo per l’eternità. Se non vogliamo ascoltare la voce di Cristo Gesù, almeno ascoltiamo la voce dei dannati. Essi parlano dalla loro perdizione eterna:

“Pentiti, diranno tra loro, gemendo con animo angosciato: «Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso e, stolti, abbiamo preso a bersaglio del nostro scherno; abbiamo considerato una pazzia la sua vita e la sua morte disonorevole. Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio e la sua eredità è ora tra i santi? Abbiamo dunque abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi. Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi, abbiamo percorso deserti senza strade, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore. Quale profitto ci ha dato la superbia? Quale vantaggio ci ha portato la ricchezza con la spavalderia? Tutto questo è passato come ombra e come notizia fugace, come una nave che solca un mare agitato, e, una volta passata, di essa non si trova più traccia né scia della sua carena sulle onde; oppure come quando un uccello attraversa l’aria e non si trova alcun segno del suo volo: l’aria leggera, percossa dal battito delle ali e divisa dalla forza dello slancio, è attraversata dalle ali in movimento, ma dopo non si trova segno del suo passaggio; o come quando, scoccata una freccia verso il bersaglio, l’aria si divide e ritorna subito su se stessa e della freccia non si riconosce tragitto. Così anche noi, appena nati, siamo già come scomparsi, non avendo da mostrare alcun segno di virtù; ci siamo consumati nella nostra malvagità» (Sap 5,3-13). “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”» (Lc 16,24-31). Dobbiamo essere precipitati nel baratro e nella fornace del fuoco eterno per credere nella verità della Parola di Gesù Signore? Allora sarà troppo tardi. Non c’è più alcuna via di salvezza. La Parola e il Discorso di Gesù rimangono vere per l’eternità.

Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre. Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti (Mt 24,32-51). Gesù ha parlato. Ci ha avvisato. Ci ha rivelato cosa ci attende. Ci ha detto di prepararci. Spetta a noi credere nelle sue Parola. Solo dalla fede nella sua Parola è la salvezza.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci di fede salda e convinta nella verità di ogni Parola di Gesù.