Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?

La domanda posta da Gesù – Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? –chiede ad ognuno di noi di dare una precisa risposta. Ma è possibile rispondere a questa domanda, se neanche sappiamo quando Egli verrà per il giudizio universale, il giorno della Parusia? Possiamo rispondere se modifichiamo la domanda e da domanda generale la trasformiamo in domanda personale, particolare, singolare. Proviamo chiederci: “Per me, per la mia opera, per il mio impegno, per il mio sacrificio, per la mia preghiera, per la mia missione, il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?. Per me la fede avanza o retrocede? Per me diviene albero rigoglioso oppure si trasforma in albero secco? Per me produce frutti o è avvolta da una spaventosa sterilità?” Così concepita, ognuno può dare una risposta più che vera alla domanda fattaci da Gesù. Ognuno si sente coinvolto in prima persona. Esaminiamo la storia: Per Abramo la fede camminò sulla terra. Per Esaù morì. Per Mosè la fede attraverso un deserto. Per Core, Datan, Abiram essa precipitò negli abissi infernali. Per Davide la fede crebbe nel regno di Israele, per Salomone si consumò nella stoltezza. Per Gesù la fede divenne splendente, radiosa, perfetta. Per Giuda non ci fu fede. Anzi la sua fede finì impiccata con lui su un albero. Se leggiamo la Storia della Chiesa dobbiamo confessare che per molti la fede si è persa, smarrita, confusa, dispersa, trasformata in pensiero umano, mentre per molti altri essa si è ripresa dal suo torpore e letargo nel quale si era adagiata. Coloro che combattono per distruggere la vera fede sono moltissimi, pochi coloro che lottano per darle ogni vitalità. È così anche ai nostri giorni. Vi è un esercito numeroso che ha deciso di separare la vita dalla fede. Questo esercito propone un cristianesimo senza riferimento al Vangelo. Senza la Parola non c’è fede, perché la nostra fede è obbedienza alla Parola di Cristo secondo la mozione dello Spirito Santo. Ma vi sono altri che lottano anche nel silenzio e nel nascondimento per dare luce più bella alla fede. La fede nasce dalla semina della Parola nei cuori. Meno Parola si semina e meno fede nasce. Ma se nasce poca fede, a poco a poco essa si può perdere.

Ellia, profeta del Dio vivente, disse al Signore che in Israele non c’era più fede. Era rimasto solo Lui a difendere la verità del suo Dio. Il suo Dio gli rispose che molti non avevano perso la fede: “Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita». Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. Se uno scamperà alla spada di Cazaèl, lo farà morire Ieu; se uno scamperà alla spada di Ieu, lo farà morire Eliseo. Io, poi, riserverò per me in Israele settemila persone, tutti i ginocchi che non si sono piegati a Baal e tutte le bocche che non l’hanno baciato»” (1Re 19,13-18). Personalmente deve confessare che le frasi più luminose sul nostro Dio non le ho sentite nelle aule delle università, ma sono uscite da una donna umile nel cui cuore abita di certo il Signore. .

Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,1-8).

Oggi molti cristiani possiedono una fede belle, vera, fondata sula Parola del Signore. Molti di loro hanno paura di professarla a motivo della spavalderia e tracotanza del mondo. Se oggi uno crede nella verità del matrimonio che è solo tra un uomo e una donna, viene insultato, deriso, dichiarato persona fuori del tempo e della storia, un uomo delle caverne, un troglodita, addirittura un mentecatto, persona senza cuore, senza compassione, privo di ogni misericordia, un uomo nemico degli uomini, perché con la sua verità li condanna a non poter amare. Oggi è questa la scaltrezza del mondo: ha dichiarato amore ogni concupiscenza, ogni depravazione, ogni nefandezza, ogni desiderio della carne. Non solo lo ha dichiarato amore, lo ha anche elevato a diritto primario, che non si può negare a nessun uomo. Se qualcuno osasse dire che non è un diritto: subito verrebbe processato e condannato per omofobia. E allora molti cristiani tacciono e nascondo la verità sulla quale si regge il mondo della vita. Ma così agendo, la fede retrocede dalla nostra terra. Se Gesù venisse in questo istante per essi non troverebbe la fede viva nel mondo, la troverebbe morta. La tracotanza del male è oggi l’arma vincente di Satana. Con quest’arma Satana impone ai discepoli di Gesù di nascondere la verità della vita e sostenere le falsità di morte. Se poi in certi consessi uno dovesse osare appellarsi al Vangelo, vi è un’altra accusa infamante: “Sei un fondamentalista”. E così la fede muore in molti cuori.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci alberi di fede viva e di sana verità.