Il Signore ne ha bisogno

Ogni Parola della Scrittura Antica è per Gesù Signore vera profezia, alla quale Lui deve dare pieno compimento. Con la Parola detta e annunziata deve mostrare tutta la bellezza divina della sua verità aggiornata nell’ora attuale della volontà del Padre. Con la sua vita deve attestare che essa si può attuare, realizzare, trasformare in storia. Vi sono però parole che devono essere portate a compimento dal Padre e parole alle quali è Gesù che deve dare piena attuazione nello Spirito Santo. La vita di Gesù scorre in questa mirabile sinergia tra Lui e il Padre nella comunione dello Spirito di verità e grazia. Il risultato è il compimento in Lui di ogni parola del Padre. Prima di dare il suo spirito a Dio, Gesù può gridare dalla croce: “Tutto è compiuto. Ogni Parola del Padre è stata realizzata. Nulla resta da compiere, nulla da realizzare”.

Oggi Gesù deve dare compimento alla profezia di Zaccaria: “Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina. Farà sparire il carro da guerra da Èfraim e il cavallo da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle nazioni, il suo dominio sarà da mare a mare e dal Fiume fino ai confini della terra” (Zac 9,9-10). Si lascia aiutare da due dei suoi discepoli. Questi devono andare perché c’è un puledro che li attende. Dovranno scioglierlo e condurlo a Lui. Se qualcuno domanderà loro qualcosa, essi dovranno limitarsi a risponde: “Il signore ne ha bisogno”. Tutto il Padre dispone e tutto Gesù dispone. La Parola va compiuto in ogni sua prescrizione. Senza il compimento della Parola, tutta la storia risulta falsata. È la Parola compiuta che rivela la verità di Gesù Signore.

Entrando in Gerusalemme seduto su un asinello, Gesù si rivela come vero uomo di pace. Lui non viene per mettere l’uomo contro l’uomo. Viene per portare Dio in ogni cuore, perché solo portando Dio e lo Spirito Santo, l’uomo vedrà la sua verità e non agirà più secondo falsità e menzogna su se stesso. È questo il solo vero problema da risolvere: la visione che l’uomo ha di se stesso. Satana lo fa vedere come dio. Se l’uomo si vede come dio, deve agire come Dio, pensare come Dio, volere come Dio, ma soprattutto essere come Dio, cioè non avere nessuno sotto di sé. È questa la guerra: porre se stesso sopra gli altri. Poiché in ogni campo l’uomo vuole essere sopra gli altri, tutte le relazioni dell’uomo con l’uomo sono di guerra ininterrotta. La vita dell’uomo sulla terra è guerra. In ogni settore della vita umana tutto è guerra.

Gesù è venuto per insegnare ad ogni uomo che la guerra si sconfigge in un solo modo: prendendo l’ultimo posto e lasciando agli altri anche la tunica, il mantello, gli averi, la stessa vita fisica. Gesù ha lasciato a Pilato anche il suo corpo perché lo appendesse alla croce, che era l’ultimo dei supplizi, il supplizio dei non uomini. È questa la sola via della pace: la croce, il martirio, il supplizio, la perdita anche della propria vita. Ma prima ancora, la via della pace passa per l’osservanza, il compimento, l’attuazione di ogni Parola di Dio. Nella Parola è la pace iniziale. Nella consegna della nostra vita alla croce, sull’esempio di Gesù, non solo è la pace piena, ma anche dalla croce si produce un frutto di conversione e di salvezza per ogni uomo. Dio, per la nostra croce, concede la grazia della pace ad altre persone. La croce è vero albero della pace per noi e per molti altri. Per questa ragione essa va amata, abbracciata, servita.

Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada (Lc 19,28-36).

Gesù, salendo a Gerusalemme, non tiene discorsi programmatici sul suo messianismo. Dal primo momento del suo avvicinarsi alla città fino all’ultimo istante prima di dare lo spirito al Padre, ha mostrato cosa è il suo messianismo e come si vive. La sua è una consegna piena nelle mani degli uomini, rimanendo però nella più alta santità, frutto in Lui della fedeltà al suo essere e alla sua missione. Questa è anche la via del discepolo di Gesù. Lui dovrà consegnarsi interamente nelle mani degli uomini, ma rimanendo fedele alla sua verità che è obbedienza ad ogni Parola di Vangelo, santamente compreso nella sapienza e nella luce dello Spirito Santo. Il cristiano non fa discorsi sulla sua verità. La mostra donando compimento ad ogni Parola che il Signore ha scritto e scrive per lui. Urge allora che lui passi dal fare all’obbedire, all’ascolto di ogni Parola di Cristo Gesù, donandole pieno compimento, perfetta realizzazione. Senza obbedienza non c’è pace, manca il cammino nella verità, nella giustizia secondo la Parola.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dalla Parola per la Parola.