vangelo del giorno

Il tempo in cui sei stata visitata

19 NOVEMBRE (Lc 19,41-44)

 

Vi è un momento in cui il Signore passa e un momento in cui non passa più. Vi è un’ora favorevole per la salvezza e un’ora dopo questo istante di grazia non si ripeterà più. Questa verità così ci viene insegnata sia dall’Apostolo Paolo che da Giovanni.

L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2Cor 5,14-6,2).

All’angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi: “Così parla l’Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”» (Ap 3,14-2).

Gerusalemme è stata visitata da Dio nella Persona del suo Figlio Gesù. Essa ha rifiutato il suo dono di grazia. Non solo. Ha anche crocifisso il missionario divino di questo dono. Si è chiusa nella sua incredulità, ribellione, disobbedienza. Non ha voluto ascoltare la voce del suo Signore che la invitava alla conversione. Distruggendo la città, radendo al suolo il suo tempio e i suoi palazzi, Dio le attesta una sua ulteriore grazia. Essa rifletterà, mediterà, capirà il suo peccato, potrà convertirsi al suo Dio.

Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

La distruzione di Gerusalemme non va vista come una vendetta di Dio sulla città incredula e ribelle alla sua voce. Va pensata come vero dono di una ulteriore grazia. Il Signore vuole essere ancora il Dio del suo popolo. Ha stretto con esso un’alleanza eterna. Permettendo che la città venga distrutta, il Signore vuole aiutare il suo popolo a riflettere. Esso infatti sa che ogni volta che la città santa viene conquistata è perché il popolo è divenuto idolatra. Ha peccato contro il patto stipulato. Essendo la sua vita perennemente da Dio, se Dio non è più la sua vita, la causa è una sola: la sua idolatria. Gesù per questo era stato mandato da Dio: per dare ad esso la piena verità di Dio. Nel suo Verbo fatto carne il Padre celeste è venuto per dare al suo popolo la luce perfetta, alla quale esso era obbligato a convertirsi. L’ascolto della voce di Dio è essenza del patto. Oggi il Signore parla ed oggi lo si deve ascoltare. Oggi ci chiama a conversione e oggi ci si deve convertire. Gerusalemme distrutta rivela questa urgenza.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutate la nostra conversione.