Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi

L’uomo è un costruttore di misericordia artificiale, perché sempre costruttore di una religione artificiale. Sempre la religione artificiale produce, genera, una vita artificiale e di conseguenza una misericordia artificiale. La religione artificiale sempre crea l’uomo artificiale dalla vita artificiale, dalla carità, pietà, compassione, misericordia, giustizia artificiale. Quando la religione è artificiale e quando essa è naturale, vera? Essa è sempre artificiale. È naturale, vera, quando è purissimo ascolto della volontà rivelata di Dio, quando è obbedienza alla sua Parola.

Il digiuno fa parte di questa religione artificiale, come anche molto culto fa parte di essa. Il Signore chiede il culto dell’obbedienza, della sottomissione al suo volere. Noi sostituiamo l’obbedienza e la sottomissione con pratiche e ritualità che nulla hanno a che fare con l’obbedienza. Dio viene e cosa fa? Rimette la sua Parola al centro della fede e della religione. Leggiamo quanto grida il profeta Isaia e comprenderemo. Sapremo che il Signore ha posto l’obbedienza alla sua Parola come verità della religione e della fede.

Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: «Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?». Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».

Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni. Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate. Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerabile il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò montare sulle alture della terra, ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre, perché la bocca del Signore ha parlato (Is 58,1-14).

La misericordia pensata dall’uomo verso l’uomo è sempre artificiale. La misericordia invece vissuta come purissima obbedienza alla Parola è quella che il Signore vuole che noi tutti pratichiamo. O la misericordia diviene obbedienza alla Parola di Dio, oppure è una falsa misericordia attraverso la quale noi non manifestiamo tutto lo spessore dell’amore del Signore verso l’uomo. La prima misericordia è la perfetta osservanza dei Comandamenti. La perfezione della misericordia è piantare noi stessi nella Legge della Montagna.

Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”» (Lc 5,33-39).

Gesù non è venuto per costruire una religione egoistica, artificiale, superficiale, intrisa di peccato nascosto dietro una maschera di apparente dimensione di sacralità. Lui è venuto per creare sulla terra l’uomo nuovo, dalla carità nuova, dalla verità nuova, dalla giustizia nuova, dalla misericordia nuova. L’otre antico dell’artificio e delle apparenze non gli appartiene.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci otre nuovissimo per Cristo Gesù.