Intervento di Mons. Ciliberti alla seconda giornata del terzo convegno

Intervento di S.E. Mons. Antonio Ciliberti
2° giorno – 26/09/2008

Più che per un saluto, per un ringraziamento. Ritengo che sia doveroso cogliere i sentimenti che, in questo momento, accomunano questa attenta assemblea per dire incommensurabile la nostra gratitudine a Mons. Nunnari per questa ottima riflessione che ha fatto, in maniera così accorta, e anche per il tramite delle attività non solo della mente, ma del cuore di tutti noi, consentendoci di avere innumerevoli spunti di ulteriore riflessione su come affrontare la nostra vita, per riproporre attentamente la tradizione cristiana.

Ho colto in maniera essenziale, quale mirabile sintesi della sua brillante lezione, queste dimensioni che abbiamo iniziato: la dimensione storica e la dimensione trascendente, come un approccio che è orientato verso il mondo, ma è proteso verso l’alto, verso di Lui, Colui che è la nostra speranza.

Nella storia, come abbiamo potuto constatare attraverso la sua guida, abbiamo osservato una diversità di momenti in cui l’umanità e l’uomo sono stati coinvolti. La sofferenza, l’esaltazione della potenza della ragione, l’impegno nell’autorizzazione di tutti i mezzi messi a disposizione della ragione al servizio dell’uomo, ma, nonostante tutto ciò, abbiamo dovuto osservare come, attraverso questo sviluppo storico, questa umanità, dovendo riconoscere i propri limiti e la sua impotenza, si trova nelle condizioni di non assaporare la gioia dell’autentica speranza; questa dimensione immanente può illudere l’uomo a dimensione ideologica, a dimensione tecnologica, a dimensione meccanica, a dimensione economica, di poter ritrovare dei punti di riferimento per costruire speranza.

Ma l’esistenziale esperienza ripropone, nella storia di questa umanità, che queste dimensioni e, insieme, queste tensioni, non approdano alla vera autentica speranza piena.

Allora ecco quest’uomo, storicamente guidato al vero e insopprimibile bisogno: quello di orientare la sua esistenza verso il trascendente e, quindi, verso Dio, l’Assoluto.

È proprio questo il punto estremamente delicato che consente, in modo particolare, alla Chiesa, nella specificità della sua missione, di potersi inserire notevolmente, necessariamente e con tutto il peso della sua verità.

Perché di cosa ha bisogno questa umanità? Ha bisogno di questo aiuto che deve piovere dall’alto.

Ed ecco, allora, la sostanza irrefutabile, l’autentica piena vera sostanziale speranza. È risorto il Cristo che dà senso a tutte le attese dell’uomo e coglie le autentiche speranze dell’intera umanità, di colui il quale, pur facendo in questa umanità segnata l’esperienza sofferta della sua storia, trova concretamente la possibilità di orientare la sua vita verso di Lui e lo accoglie nel mistero della sua quotidiana esistenza, assapora in maniera ineffabile, la gioia della vera autentica speranza.

Ecco, pertanto, come afferma Paolo che, prima di noi, ha fatto anche per noi questa drammatica ma anche suggestiva esperienza, può gridare nella sicurezza della sua fede, Spe erectus: l’uomo è forte con la speranza del nome suggestivo e sublime di Gesù Cristo che si innalza nella sicurezza della sua fede, irradiata attraverso la sua testimonianza nel mondo.

Perché chi vive di speranza irradia luce e la forza potente di questa singolare virtù, con semplicità nella sua vita.

Carissimi, questa dimensione che è stata brillantemente tratteggiata, che caratterizza da sempre la nostra umanità, oggi, è così presente nella coscienza della nuova civiltà e della nella nuova cultura. L’uomo dei nostri tempi, disilluso dalla propria storia, orienta la vita a dimensione trascendente verso di Lui.

Noi che abbiamo la gioia e l’esperienza, nella nostra fede crescente, di avere concretizzato esistenzialmente la ricchezza di questa esperienza singolare, dobbiamo avvertire tutti quanti, dobbiamo elevarci nello splendore della nostra speranza; ognuno diventi responsabile, irradiando con la vita la ricchezza di questa virtù.

A voi del Movimento Apostolico che, nella vostra variegata responsabilità, ricoprite mille esperienze storiche, differenziate dimensioni sostanziali, non di rado sofferte, che avete avuto la gioia, attraverso questa esperienza, di dedicare la vita all’assoluto e di incontrare Colui che è fondamento autentico della cristiana speranza, auguro, nella pienezza della gioia della vostra fede, di essere testimoni del Risorto, di irradiare Speranza nel mondo.

Ve lo auguro con tutto il cuore. Siate fermenti autentici nella nostra comunità ecclesiale, collaboratori solerti dell’azione pastorale della Chiesa, assicuro fervida la mia umile costante preghiera, offerta con affetto fraterno.