Io sono la vite, voi i tralci

GIOVEDÌ 23 LUGLIO (Gv 15,1-8)

Nell’Antico Testamento il popolo di Dio è detto dai profeti la vigna del Signore. È vigna piantata dal Signore, chiamata però a produrre ogni frutto di giustizia con l’obbedienza alla sua Parola. La vigna però, anziché produrre frutti di giustizia, dava frutti di iniquità, idolatria, immoralità. Il canto della vigna di Isaia rivela la condizione miserevole del popolo: “Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi” (Is 5,1-7).

Nel Nuovo Testamento il Padre non ha più una vigna. Possiede invece una sola vite: Cristo Gesù, il Suo Figlio Unigenito che si è fatto carne nel seno della Vergine. Di questa vite, i tralci sono tutti i discepoli di Gesù, a iniziare dagli Apostoli. Si diviene tralci di questa vite con il battesimo, ci si rafforza come tralci e si diviene tralci che producono per la grazia degli altri sacramenti. Quali frutti deve ogni tralcio produrre? I frutti sono quelli dell’obbedienza ad ogni Parola di Cristo, presi però per mano e condotti dallo Spirito Santo a tutta la verità. Ma questo ancora non basta per produrre secondo verità. I frutti vanno prodotti rispettando la vocazione, la missione, il carisma particolare ricevuto. Satana si introduce con inganno nella Parola, leggendola alla nostra mente dal suo cuore e non dal cuore dello Spirito. Ma si introduce anche nelle missioni, vocazioni, carismi particolari perché siano vissuti secondo le esigenze del mondo e non dalla volontà del Padre nostro. Chi non è tutto nello Spirito Santo non vede queste due introduzioni di Satana nella Parola e nel ministero specifico. Si lascia ingannare. Segue la sua tentazione. Ignora o combatte la mozione dello Spirito Santo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

È facile cadere in tentazione. Oggi due sono le tentazioni nelle quali siamo caduti. La prima è nell’abolizione della Parola scritta come verità oggettiva da cui sempre partire per conoscere la volontà rivelata di Dio. Dalla Parola di Dio si è passati alla volontà dell’uomo. Mai potremo così produrre un solo frutto di vita eterna. La seconda tentazione è la perdita del trascendente e del soprannaturale. Non si pensa più a condurre la nostra anima nella vita eterna. Si lavora invece per l’immanente e per il naturale. Lo stesso uomo è ridotto a solo corpo. Il Padre un solo frutto chiede: la perfetta obbedienza ad ogni Parola del Figlio suo. Perché questo frutto si possa produrre, si deve essere vitalmente uniti a Cristo Gesù. L’unione con Lui non può essere morale, deve essere naturale, con Lui si deve formare un solo corpo, una sola vita, una sola essenza. Di questa essenza Gesù è la vite e noi i tralci. Se ci separiamo da Lui, nessun frutto potrà essere prodotto. Siamo tralci tagliati, buoni per il fuoco.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci tralci veri della vite vera, con molto frutto.