vangelo del giorno

 Io vi darò parola e sapienza

25 NOVEMBRE (Lc 21,12-19)

 

Nel Nuovo Testamento, esempio di sapienza e di parola ispirata è Paolo nel Sinedrio, dopo essere stato arrestato in Gerusalemme. È un momento assai delicato per la sua vita. Stava per rischiare una condanna a morte. Era accusato di aver violato la sacralità del tempio. Falsamente si pensava che vi avesse introdotto un pagano.

Con lo sguardo fisso al sinedrio, Paolo disse: «Fratelli, io ho agito fino ad oggi davanti a Dio in piena rettitudine di coscienza». Ma il sommo sacerdote Anania ordinò ai presenti di percuoterlo sulla bocca. Paolo allora gli disse: «Dio percuoterà te, muro imbiancato! Tu siedi a giudicarmi secondo la Legge e contro la Legge comandi di percuotermi?». E i presenti dissero: «Osi insultare il sommo sacerdote di Dio?». Rispose Paolo: «Non sapevo, fratelli, che fosse il sommo sacerdote; sta scritto infatti: Non insulterai il capo del tuo popolo».

Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti». Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducei e l’assemblea si divise. I sadducei infatti affermano che non c’è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. Ci fu allora un grande chiasso e alcuni scribi del partito dei farisei si alzarono in piedi e protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest’uomo. Forse uno spirito o un angelo gli ha parlato». La disputa si accese a tal punto che il comandante, temendo che Paolo venisse linciato da quelli, ordinò alla truppa di scendere, portarlo via e ricondurlo nella fortezza. La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma» (At 23,1-11).

Se Paolo non fosse stato assistito dalla sapienza e dalla parola di Cristo Gesù, di sicuro sarebbe stato condannato a morte. La sua vita si sarebbe conclusa in quello stesso giorno. Cosa ci vuole insegnare Gesù promettendo di essere Lui il nostro unico e solo avvocato quando per il suo nome siamo trascinati davanti agli uomini, nei loro tribunali? Per noi dovrà essere certezza di fede. Se Lui ci vuole liberi, come ha voluto libero Paolo, ci darà una parola e una sapienza che produrranno libertà. Se poi vuole che noi rimaniamo nel carcere, perché gli serviamo nel carcere, lui ci suggerirà un’altra parola che ci costringerà a rimanere legati. Questo avvenne anche con lo stesso Paolo. Oggi viene liberato. Domani rimarrà prigioniero. Domani gli serve come prigioniero e non più come persona libera. La nostra vita è stata data a Gesù Signore. Lui farà di essa ciò che è meglio per il suo Vangelo. Noi siamo consacrati al Vangelo. Se lui vuole che serviamo il Vangelo, sempre ci libererà. Se vuole che lo serviamo nel carcere, ci farà rimanere in esso. Se vuole che lo testimoniamo con il sangue, spianerà la via per il nostro martirio. Sia che viviamo e sia che moriamo siamo consacrati al Vangelo, alla Parola, a Lui. Solo Lui è il Signore della nostra vita.

Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Quando ci si consacra a Cristo Gesù, non ci si consacra per un giorno, e neanche in parte. Ci si consacra per sempre e con tutto noi stessi: cuore, mente, volontà, desideri, anima, corpo. Se una sola parte di noi non è del Signore, noi non siamo consacrati a Lui. Lui non può essere Signore di tutta la nostra vita. Se Lui ci vuole in un luogo e noi vogliamo essere in un altro, non siamo a Lui consacrati. Lui non è il Signore. Gesù invece vuole essere il nostro Pastore, il nostro Signore, il nostro Avvocato, la sola ed unica Guida della nostra vita, il solo che vuole decidere, stabilire, pensare per noi. La consacrazione, quella vera, è immolazione. Cristo Gesù era ed è tutto dal Padre.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a consacrarci a Gesù.