La Famiglia: luogo naturale degli affetti

Le risposte alle domande sono a cura del teologo Mons. Costantino Di Bruno, Assistente Centrale del Movimento Apostolico.

D. Qual è il senso della parola Amore nella famiglia?

R. Nel matrimonio l’amore si manifesta attraverso gesti concreti di giustizia: la fedeltà coniugale, è un preciso dovere di giustizia del coniuge avendo fatto volontariamente dono di tutto il corpo all’altro. Altro gesto concreto è la cura, cura materiale e cura spirituale. Non vedere l’altro come cosa ma come persona, che sempre va rispettata, va curata, aiutata, sorretta. Altro gesto concreto è il perdono: senza perdono non si può vivere perché siamo tutti fragili, peccatori, in cammino, e il perdono è il fondamento della nostra esistenza cristiana. Dobbiamo perdonare ed essere perdonati. La concretezza dell’amore ci impone di vivere in modo armonioso le verità della nostra fede.

D. Come si prepara il matrimonio?

R. Si prepara chiedendo a Dio che ti faccia persona di grande carità e che sia Lui a mandarti l’uomo/la donna della tua vita.

D. Da quando si incomincia a costruire l’amore?

R. Si chiede allo Spirito Santo che ti mandi il compagno/a giusto per la costruzione di una famiglia Santa. Ogni giorno va chiesta questa grazia e anche dopo sposati, bisogna quotidianamente costruirsi nell’amore di Dio. L’amore va continuamente costruito anche, e soprattutto, nella condizione di sofferenza e di male concedendo sempre il perdono per il male ricevuto e ricominciando daccapo.

D. Perché l’amore coniugale si spegne?

R. Quando ci si sposa bisogna ogni giorno attingere l’amore vero: preghiera, Eucarestia, Messa domenicale, S. Rosario, lettura spirituale, meditazione, sono tutte vie che ti permettono di rinnovare l’amore coniugale. Diversamente l’amore coniugale svanisce e si può arrivare anche alla distruzione del matrimonio. Una società senza Dio è già fallita nel matrimonio perché manca della fonte dell’amore vero.

D. Come si raggiunge la felicità familiare?

R. Nel matrimonio la felicità è sapere che dal tuo sommo bene dipende anche la salvezza dell’altro e la gioia grande è sapere che per il tuo sacrificio è nato un uomo nuovo nella vita della grazia. E’ per questo che bisogna essere capaci anche di espiare per il coniuge che non è ancora convertito, e si espia il peccato altrui con l’offerta, il sacrificio, il perdono.

D. Come si può sapere se il consiglio di un genitore è cosa buona?

R. Mai siamo obbligati a seguire un consiglio contro la legge di Dio. I genitori sono custodi e non padroni della vita del figlio. Con la preghiera chiedi che lo Spirito illumini coloro che ti consigliano perché ti diano un santo consiglio. Dopo aver ascoltato bisogna poi operare un santo discernimento perché la vita è tua e la scelta finale ti appartiene. Non possiamo eliminare la dimensione soprannaturale della vita perché è l’essenza della vita stessa, si prega dunque perché il Signore ci dia questo aiuto dall’alto per operare la scelta giusta.

D. Come si fa a comprendere se il fidanzato/a è la persona giusta da sposare?

R. Si opera un sano discernimento. Il fidanzamento è un giusto tempo per conoscersi. Si riconosce se si è capaci di fedeltà l’uno verso l’altro; se i caratteri sono confacenti; se c’è la capacità di perdono, di comprensione, di accogliere l’altro nei suoi momenti particolari. Ma anche in questo bisogna lasciarsi aiutare da Dio, la via soprannaturale è fondamentale e bisogna chiedere che il Signore ci dia una visione completa sull’altro, che ci illumini sulla verità della vita del fidanzato/a.

Indicazioni fornite da Mons. Costantino Di Bruno per la preparazione dell’incontro:

– Genesi 1, 26, 31
– Genesi 2, 1-25
– Genesi 3, 1-24
– La lettera alle famiglie di Giovanni Paolo II