La folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute

Per vivere tutta la misericordia che il Padre celeste ha assegnato ad ogni suo figlio, occorre tutta la saggezza, la sapienza, la scienza viva dello Spirito Santo. Ecco come la Scrittura Antica annunzia e presenta questa sapienza viva: “In lei c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, anche i più sottili. La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa. È riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e immagine della sua bontà. Sebbene unica, può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti. Dio infatti non ama se non chi vive con la sapienza. Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza” (Sap 7,22-30).

Cristo Gesù, pieno di Spirito Santo, agisce con questa sapienza agile. Sa in ogni momento quale opera compiere con la più grande prudenza che gli suggerisce lo Spirito del Signore che è in Lui. Senza lo Spirito di Dio, la nostra misericordia sarà sempre secondo la carne, mai secondo le esigenze del Padre celeste, mai secondo il suo comando di amore. Sarà una misericordia che né redime e né salva. Sarà una misericordia che manca della sua verità, finalità, luce, santità. Solo una misericordia santa attrae i cuori a Dio, li conduce a Lui. Li fa credere e sperare nel suo amore. La vera misericordia può essere solo opera di Dio in noi per mezzo del suo Santo Spirito. La vera misericordia non è un moto che nasce dal nostro cuore. Deve essere purissima obbedienza alla volontà di Dio ed è obbedienza se avviene nel rispetto del ministero, della missione, dei carismi con i quali il Signore ci ha arricchiti. In Dio mai potrà esserci contraddizione tra missione, ministero, carisma, misericordia, carità, amore, opera di santità. Se Dio ha creato un albero perché produca un frutto, non può chiedere a quest’albero che ne produca un altro. Così se ha creato il Presbitero perché produca il frutto del dono della grazia e della verità, non può chiedergli che produca altri frutti. Altri frutti sono per altri.

Stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute (Lc 13,10-17).

Questa verità ci rivela che la misericordia di Dio non si esaurisce in una sola opera, ma è la comunione di molti ministeri, molti carismi, molte missioni. Vi è comunione se vi è rispetto del carisma, del ministero, della missione non degli altri, ma nostra. La vera misericordia inizia quando ognuno chiede il rispetto di ciò che Dio fatto di Lui, il rispetto del ministero e del carisma che il Signore gli ha affidato. Farsi rispettare è l’inizio della misericordia. Non farsi rispettare è assenza di vera misericordia. Un presbitero può anche occuparsi del corpo dei suoi fratelli. La sua è però misericordia vana. È vana la sua misericordia, perché sottrae il tempo alla misericordia vera, a quella verso lo spirito e l’anima, i cuoi benefici saranno anche sul corpo. Per una misericordia falsa trascura la misericordia vera. Così dicasi del laico, o del non presbitero che volesse consegnarsi alla cura delle anime e dello spirito, senza aver ricevuto il mandato da Dio. Vivrebbe una misericordia falsa, trascurando quella vera che lo vuole occupato nelle cose del corpo. Per le cose dello spirito, può dargli qualche saggio consiglio, ma poi dovrà mandarlo dal presbitero, incaricato a dargli la misericordia vera: la luce della Parola e l’immersione piena nella grazia e nella verità di Gesù Signore. Gesù apparentemente sta guarendo un corpo. Invece lui sta guarendo tutti i cuori, tutti i pensieri, tutte le volontà, che si privano della vera misericordia per una cattiva, anzi pessima interpretazione della legge del Padre suo. Il miracolo è solo modalità usata da Gesù per insegnare al suo popolo che l’amore verso l’uomo supera quello riservato ad un animale. Gli uomini di ogni tempo invece creano leggi di misericordia per gli animali mentre le aboliscono per i loro fratelli. È stoltezza di amore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la saggezza viva dell’amore.