L’altro discepolo corse più veloce di Pietro

1 Gv 1,1-4; Sal 96,1-2.5-6.11-12; Gv 20,2-8
27 DICEMBRE

Dell’immagine della corsa si serve San Paolo per dire ai discepoli di Gesù che mai si dovrà smettere di correre dietro Cristo, al fine di raggiungere Lui. Cristo è sempre dinanzi a noi, mai dietro, mai accanto, mai raggiunto, sempre da raggiungere. Neanche nell’eternità lo raggiungeremo. Lui è infinito per divinità, noi siamo finiti per umanità.

Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Cfr. Fil 3,1-14).

Nella seconda Lettera a Timoteo afferma di aver terminato la corsa sulla terra. Quanto gli è stato chiesto, lo ha fatto con purezza di coscienza, senza risparmiarsi in nulla.

Io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione (Gal 4,6-8).

Nella Lettera ai Galati rimprovera i discepoli di quella comunità per aver interrotto la corsa dietro Cristo per inseguire cose umane che non danno alcuna salvezza.

Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Ecco, io, Paolo, vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta quanta la Legge. Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella Legge; siete decaduti dalla grazia. Quanto a noi, per lo Spirito, in forza della fede, attendiamo fermamente la giustizia sperata. Perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità. Correvate così bene! Chi vi ha tagliato la strada, voi che non obbedite più alla verità? Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama! Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta. Io sono fiducioso per voi, nel Signore, che non penserete diversamente; ma chi vi turba subirà la condanna, chiunque egli sia. Quanto a me, fratelli, se predico ancora la circoncisione, perché sono tuttora perseguitato? Infatti, sarebbe annullato lo scandalo della croce. Farebbero meglio a farsi mutilare quelli che vi gettano nello scompiglio! (Gal 5,1-11).

Pietro e Giovanni corrono. Giovanni si ferma alla fede che nasce dai segni di un sepolcro vuoto e da una comprensione nuova delle parole della Scrittura. Lui non corre. È Cristo che corre dietro di Lui e sempre lo arricchisce di nuove rivelazioni.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Per Giovanni Gesù è colui che viene sempre. Lui lo attende, sapendo che di certo verrà e aggiungerà ciò che ancora manca alla pienezza della verità. Nel suo Vangelo infatti Gesù è presentato come l’amico, il confidente, che si manifesta all’amico.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri amici di Gesù.