vangelo del giorno

Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore

10 FEBBRAIO (Lc 5,1-11)

Quando una persona entra in contatto con la santità del Dio tre volte santo, avverte il peso della sua umanità peccatrice e lo grida al Signore. Oggi Pietro, dinanzi a Gesù, fa la stessa esperienza che fece Isaia quando nel tempio del Signore vide la sua maestà divina e l’esercito dei suoi Angeli che cantavano la sua santità.

Nell’anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo: «Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria». Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». Egli disse: «Va’ e riferisci a questo popolo: “Ascoltate pure, ma non comprenderete, osservate pure, ma non conoscerete”. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendilo duro d’orecchio e acceca i suoi occhi, e non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da essere guarito». Io dissi: «Fino a quando, Signore?». Egli rispose: «Fino a quando le città non siano devastate, senza abitanti, le case senza uomini e la campagna resti deserta e desolata». Il Signore scaccerà la gente e grande sarà l’abbandono nella terra. Ne rimarrà una decima parte, ma sarà ancora preda della distruzione come una quercia e come un terebinto, di cui alla caduta resta il ceppo: seme santo il suo ceppo. (Is 6,1-13).

L’esperienza di essere peccatore fa sì che Dio lo possa purificare. L’esperienza di Pietro di essere anche lui peccatore fa sì che Gesù lo possa chiamare per essere un suo discepolo, un apostolo, un missionario, un araldo, un banditore della sua verità, un datore della sua grazia. Con Gesù a poco a poco Pietro dovrà passare – non all’istante come per Isaia – da uno stato di impurità ad una condizione di vera santità. Questo percorso si compirà il giorno di Pentecoste quando Pietro sarà interamente purificato non dal fuoco preso dall’altare, ma da quello preso direttamente nel cuore di Cristo. Questo fuoco è lo Spirito Santo. Da questo fuoco divino, eterno, Pietro è santificato.

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Oggi molti non hanno l’esperienza della vicinanza di Cristo Gesù e per questo non avvertono la loro condizione di esseri peccatori. Senza questa coscienza, nessun percorso verso la santificazione sarà mai possibile. Chi si reputa santo, giusto, come il fariseo al tempio, mai potrà iniziare un vero cammino verso la sua purificazione. Gli mancala coscienza e la conoscenza del suo vero stato, della realtà di male che alberga nel suo cuore. Questa coscienza e conoscenza solo Gesù la può donare. Senza l’aiuto di Cristo Gesù nessuna conversione sarà mai possibile. Il peccato è vera cecità. Dalla cecità nessuno si può guarire da se stesso, Occorre l’aiuto soprannaturale della grazia.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità del cuore.