Non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio

Senza le Scritture l’uomo mancherebbe di qualsiasi verità. Tutto sarebbe fondato e costruito sulla falsità, la menzogna, l’errore. Può una religione, una scienza, una filosofia una letteratura che si fonda sulla falsità produrre un qualche beneficio per l’uomo? Un uomo di falsità mai potrà generare un uomo di verità. Sarebbe un controsenso che dall’uomo falso potesse nascere l’uomo vero. Invece si conoscono le Scritture e tutta la luce di Dio illumina tempo ed eternità, passato, presente e futuro, persone e cose, ogni realtà visibile e invisibile. Inoltre poiché la verità può essere una, una sola, non potendo essere più verità contemporaneamente, subito la sola verità dichiara falsità tutte le altre. Se la vita si vive una volta sola, non c’è nascita e non c’è rinascita. Si nasce, si muore, si entra nell’eternità senza ritorno. Se l’anima è immortale, si nasce, l’anima si separa dal corpo, entra nell’eternità, che sarà per essere di morte eterna o di salvezza per sempre nei cielo di Dio. E così dicasi per ogni altra realtà creata. Se la vita dell’uomo è sacra ed è di Dio, nessuno può privare un uomo di essa e né l’uomo si può privare da se stesso. La vita non è sua. Se non è sua, essa va rispettata. Quanti sono maestri del terrore, peccano contro Dio e contro la vita. Non possono essere dichiarati martiri. Sono solo uccisori dei loro fratelli. Gesù dice a Pietro che possiede dodici legioni di Angeli a sua disposizione. Avrebbe potuto sbaragliare quei pochi soldati venuti per arrestarlo. Avrebbe però agito da uomo e non da Uomo-Dio e da Dio-Uomo. Si sarebbe macchiato di un grave peccato. Lui invece si lascia arrestare ed anche crocifiggere per non arrecare alcun male ad alcuno. La vita è sacra. Si può riflettere sul mistero della verità all’infinito. Senza verità anche la religione è contro l’uomo. A suo danno. Senza verità la religione diviene un carcere e una prigione.

I sadducei, a causa della loro falsità, avevano trasformato la religione della speranza in un gabbia per l’adorazione del nulla. Si nasce. Si muore e poi il nulla. La vita con loro diveniva scura, tenebrosa, triste, senza alcuna apertura verso l’eternità. È triste una religione triste. Ed è sempre triste quella religione fondata sulla falsità della vita eterna. Anche oggi la nostra religione è triste. È triste perché l’eternità è tutta fondata sulla menzogna degli uomini. È triste perché hanno cancellato l’inferno, cancellando con esso tutta la verità contenuta nella Parola del Signore. È triste perché si è fatta di essa una religione senza Parola e se è senza Parola è anche senza alcuna verità. È triste perché oggi adoriamo un Dio falso, un Cristo falso, uno Spirito Santo falso, in una Chiesa falsa, con dei sacramenti falsi, con dei ministri costretti a servire falsità e menzogna. È triste perché ci stiamo condannando ad essere veri apostati della verità per divenire adoratori, anzi idolatri della falsità, giustificata in nome dell’uomo e del suo rispetto. Così condanniamo l’uomo ad essere divorato dalla falsità in nome della misericordia, compassione, accoglienza per l’uomo. Questa religione non solo è triste, condanna il mondo alla tristezza eterna. Per amore dell’uomo sta divenendo costruttrice di falsa umanità.

In quello stesso giorno vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogarono: «Maestro, Mosè disse: Se uno muore senza figli, suo fratello ne sposerà la moglie e darà una discendenza al proprio fratello. Ora, c’erano tra noi sette fratelli; il primo, appena sposato, morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. Alla fine, dopo tutti, morì la donna. Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie? Poiché tutti l’hanno avuta in moglie». E Gesù rispose loro: «Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio. Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è il Dio dei morti, ma dei viventi!». La folla, udendo ciò, era stupita dal suo insegnamento (Mt 22,23-33).

Gesù dice ai sadducei che essi non conoscono né le Scritture e né la potenza di Dio. Senza la conoscenza delle Scritture si può conoscere la potenza di Dio, dal momento che sono proprio le Scrittura che rivelano la purissima verità dell’unico vero Dio, Creatore e Signore di tutte le cose visibili e invisibili? Dobbiamo affermare che pur non conoscendo le Scritture, la potenza di Dio può essere conosciuta. Lo afferma il Libro della Sapienza. Lo Spirito Santo chiama stolti per natura coloro che dalle cose visibili non giungono a proclamare la bellezza, la potenza, la sovranità di Colui che le ha fatte. Lo stoltezza è totale assenza dello Spirito Santo nell’uomo. Questa assenza è solo il frutto del peccato, della cattiveria, della malvagità che regna nel cuore. Quando un uomo vive di rettitudine e cerca il bene, sempre lo Spirito lo guida e lo conduce. Sempre lo illumina e sempre gli rischiara la mente, perché possa conoscere tutto ciò che è possibile conoscere di Dio senza le Scritture profetiche. Poi necessariamente si dovrà passare alle Scritture, la fonte della vera rivelazione e della più pura conoscenza del nostro Dio. Gesù è divinamente saggio. Non è Lui che rivela la risurrezione. La trae dalle Scritture nelle quali dicevano di credere anche i sadducei. Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi. Se è il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, questa verità rivela e attesta che Abramo, Giacobbe, Isacco sono vivi e sono con il Signore. Non sono ancora anche con il loro corpo, ma l’anima è con Dio.

Madre di Dio, Angeli, Santi, ridate ogni verità alla nostra religione per creare uomini veri.